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Dicembre 14 2024

Ostuni sprovvista del centro vaccini: la ‘Lettera a Babbo Natale’ di un’addetta ai lavori

La dottoressa Adele Tanzarella parla della sua esperienza da addetta alla somministrazione, esprimendo amarezza per la chiusura dell’hub di Ostuni

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Il centro vaccini di Ostuni, allestito dalla Asl di Brindisi presso il PalaGentile, è stato dismesso a settembre scorso per consentire alle società sportive locali, e non solo, di riprendere la loro regolare attività. Non essendo stata sinora individuata un’altra sede idonea ad accogliere un nuovo hub, gli ostunesi stanno facendo riferimento ai centri dei comuni limitrofi. Mentre il Comune e la Asl cercano una soluzione, i cittadini più anziani lamentano il disagio di dover affrontare gli spostamenti facendo, nella maggior parte dei casi, affidamento su figli e nipoti.

In merito a questa vicenda, giunge in Redazione il contributo della dottoressa Adele Tanzarella che, parlando della sua esperienza da addetta alla somministrazione dei vaccini, in una simbolica “Letterina a Babbo Natale” esprime amarezza per la chiusura dell’hub di Ostuni.

«Ogni anno in questo periodo i bambini sono soliti scrivere ed inviare la  propria letterina a Babbo Natale. L’innocenza che caratterizza l’infanzia rende ancora più viva la fiducia riposta in quella figura emblematica nella realizzazione dei desideri. In fondo, però, il Peter Pan che continua a vivere in ognuno di noi ci consente di ritornare, almeno una volta all’anno, su quell’isola magica dove i sogni possono avverarsi.

Per questo, anch’io, quest’anno desidero scrivere una lettera che dà voce alle richieste di chi bambino lo è stato tanto tempo fa. La distanza che c’è tra la vita adulta e l’infanzia non sempre è, infatti, colmabile. E a differenza dei folletti incapaci di crescere, noi non possiamo sottrarci al duro richiamo della vita che ci circonda; e così la realtà della malattia, della sofferenza, della morte con tutta la sua crudeltà e violenza ci riporta nel quotidiano della pandemia che ci ha colpito da ormai quasi due anni. Al posto di quella “isola che non c’è” dai confini evanescenti, ci troviamo al cospetto di ospedali dove il numero dei ricoveri per Covid è in continuo aumento, ad hub vaccinali in cui le liste di attesa sono in progressiva crescita, a malati che combattono contro una patologia ancora avvolta da incognite, a soggetti sani che lottano contro una solitudine imposta dalla paura del contagio.

Su questo campo minato, dal quale pensavo di aver stabilito una certa distanza, quando, oltre un anno fa, avevo intrapreso la via del pensionamento, mi sono ritrovata, per mia scelta, quasi in risposta ad un inconscio richiamo, a svolgere un nuovo servizio utile, in un momento epocale, come medico vaccinatore nei centri vaccinali. E così quelle condizioni psicofisiche che, per tanti anni, avevo curato come medico di base nei miei assistiti, le ho riviste con uno sguardo diverso in coloro che  vengono, ormai giornalmente, a sottoporsi alla vaccinazione anti Covid. Disabilità, età avanzate, patologie pregresse o in atto sono tutte realtà che si riconoscono assai spesso in loro, e se questi stati creano già di per sé una condizione di fragilità, quando ad essa si aggiungono disagi logistici, dipendenti da prolungati spostamenti in auto dal proprio domicilio, le conseguenze negative sullo stato di salute aumentano vistosamente.

È questo quanto accade ormai da quasi tre mesi alla comunità ostunese che, dopo la chiusura dell’hub locale del Palagentile, si è ritrovata a peregrinare in altri comuni per potersi sottoporre al vaccino (Fasano, San Vito, Ceglie, Oria, Francavilla, San Donaci, Brindisi). Commentare o esprimere giudizi riguardo a ciò che ha indotto a prendere decisioni, fare scelte o dare priorità, non spetta certo a me. Allo stesso tempo, però, da ostunese che ama il proprio paese, conosciuto in tutta Italia come una delle città panoramiche per eccellenza, che ha fronteggiato l’emergenza sanitaria con l’attivazione dell’Ospedale per la gestione dei pazienti Covid, desidero spedire la mia lettera di Natale con la speranza, ma soprattutto la fiducia, di trovare nel pacco doni l’apertura in Ostuni di un hub vaccinale, che possa garantire al più presto alla comunità un adeguato servizio».

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