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Ostuni
Dicembre 14 2024

Patto Europeo per il Clima, Domenico Pecere chiede sostenibilità e trasparenza per il futuro di Ostuni

L’Ambasciatore del Patto Europeo per il Clima denuncia le carenze amministrative e propone soluzioni per fermare il consumo di suolo, incentivare l’economia circolare e promuovere le energie rinnovabili

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Domenico Pecere, Ambasciatore del Patto Europeo per il Clima della Commissione Europea, lancia un appello per un maggiore impegno, trasparenza e inclusività nelle politiche ambientali ed energetiche del Comune di Ostuni. Pecere non nasconde la sua preoccupazione sull’incremento del consumo di suolo e contesta la carenza di politiche ambientali e strategie energetiche.

Cementificazione e consumo di suolo: un’emergenza da affrontare

Ostuni è balzata di recente agli onori della cronaca per essere ai vertici regionali per consumo di suolo, un dato allarmante evidenziato dal Rapporto ISPRA 2024 sul consumo di suolo. «La cementificazione continua, anche in aree a rischio idrogeologico, minacciando ecosistemi costieri e aumentando la vulnerabilità del territorio» spiega Pecere, che sottolinea come l’adeguamento dell’attuale piano regolatore al Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, non sia assolutamente sufficiente per garantire un futuro sostenibile alla città di Ostuni. Serve urgentemente l’adozione di un nuovo Piano Urbanistico Generale. «Mi domando come questa amministrazione intende promuovere uno sviluppo sostenibile, se non pone le basi fondamentali attraverso l’adozione dei nuovi piani urbanistici ed energetici?» afferma Pecere «L’aumento del consumo di suolo è incompatibile con il concetto di sostenibilità –e i progetti dei due grossi insediamenti turistici previsti sulla costa, approvati decenni fa, non rispecchiano le reali esigenze del territorio di oggi. Serve una pianificazione che tuteli l’ambiente e promuova uno sviluppo equilibrato e sostenibile.»

Pecere si chiede come si possa parlare di futuro sostenibile «se si vogliono portare avanti progetti approvati oltre 30 anni fa quando il contesto storico, economico e sociale era totalmente differente da quello attuale. Progetti che hanno acquisito dei diritti legittimi verso alcuni soggetti ma, questi diritti, non possono durare in eterno e non possono prevalere, oggi, su leggi sovraordinate addirittura a quelle nazionali. Come ad esempio il regolamento europeo “Nature Restoration Law”, approvato lo scorso giugno dal Parlamento europeo e il Consiglio, che stabilisce per la prima volta in assoluto obiettivi e obblighi giuridicamente vincolanti specifici per l’adozione di misure volte non solo a preservare la natura ma anche a ripristinarla.».

Gestione dei rifiuti: risultati deludenti

La raccolta differenziata a Ostuni resta ferma attualmente al 66%, un risultato piuttosto deludente per un comune che offre ormai questo servizio ormai da più di un decennio. Il dato di Ostuni è tra i più bassi rispetto agli altri comuni dell’Aro Brindisi.

Pecere segnala la mancanza di politiche e di strumenti per incentivare l’economia circolare e di iniziative di sensibilizzazione sul corretto utilizzo della raccolta differenziata.

L’Ambasciatore sottolinea che il fenomeno dell’abbandono di rifiuti nelle aree rurali è in continuo aumento ogni anno e fa presente che servono delle azioni di maggior peso per contrastare questo fenomeno ma, allo stesso tempo, servono percorsi formativi ed educativi per cercare di prevenire il problema a monte.

Ostuni è uno dei pochi comuni, ad oggi, a non disporre di eco-compattatori per la raccolta differenziata di bottiglie per bevande in Pet, che favoriscono il riciclo e riconoscono dei benefici ai cittadini virtuosi. Questi impianti, sottolinea Pecere, «sono presenti in moltissimi comuni grazie anche al programma “Mangiaplastica” finanziato dal fondo statale pluriennale 2021-2024 stanziato dal Ministero della Transizione ecologica e che aveva previsto risorse per 27 milioni di euro. Ogni comune poteva ricevere un contributo fino a 30mila euro per l’acquisto di eco-compattatori», ma, prosegue «Il comune di Ostuni non è riuscito ad aggiudicarsi nessun contributo in quattro anni.».

«Non è accettabile perdere queste opportunità di finanziamento pubblico soprattutto quando vengono segnalate e sollecitate» fa presente Pecere, che spiega come «Nei comuni dove sono presenti gli eco-compattatori la raccolta differenziata supera l’80%, dimostrando che miglioramenti sono possibili con una gestione più attenta e innovativa.»

Patto dei Sindaci e PAESC: un’altra occasione persa

Il comune di Ostuni ha aderito per ben due volte al Patto dei Sindaci, nel 2014 e nel 2022, un’iniziativa della Commissione Europea finalizzata a promuovere presso le realtà locali (Comuni singoli o aggregati) azioni per un miglior conseguimento degli obiettivi europei su energia e clima. L’adesione al Patto impegna i comuni nell’adozione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), strumento finalizzato a promuovere le fonti rinnovabili, favorire il risparmio energetico, contrastare la povertà energetica e indirizzare il territorio verso uno sviluppo sempre più sostenibile. Il comune di Ostuni, ad oggi, non ha mai ottemperato a questi impegni. Se nel 2014 l’iniziativa europea poteva considerarsi sperimentale e priva di sostegno economico, oggi non si comprende il perché non siano stati rispettati i termini, per la seconda volta, nonostante la regione abbia anche finanziato l’iniziativa con dei voucher utili a coprire l’intero costo per la redazione del piano. La regione Puglia, infatti, nell’ambito del suo ruolo di coordinatore territoriale del “Patto dei Sindaci per il clima e l’energia”, ha investito 1,4 milioni di euro nel 2022 per finanziare 143 comuni firmatari del Patto, compreso Ostuni, per sostenerli nella redazione del PAESC.

«La costruzione del PAESC è un processo d’insieme, che combina vari elementi e si basa sulla visione strategica della città. È uno strumento fondamentale per i comuni impegnati nella promozione dell’efficienza energetica e dell’adattamento ai cambiamenti climatici in linea con gli obiettivi dell’UE – sottolinea Pecere, che afferma «il mio ruolo di rappresentate di un organismo della Commissione Europea, mi porta ad essere costantemente impegnato nel confrontarmi con gli amministratori locali, per promuovere le iniziative messe in campo dalla Direzione Generale Clima e facilitare il processo di adozione dei PAESC». Prosegue «Con i miei colleghi ambasciatori stiamo anche lavorando su un progetto formativo rivolto ai giovani e che punta a far acquisire informazioni e competenze utili in modo da poter incidere positivamente e contribuire fattivamente nella realizzazione dei Piani di Azione dell’Energia Sostenibile e del Clima nelle loro rispettive Città.»

Pecere, esterna, poi, il suo dispiacere, in quanto «Ad Ostuni, l’amministrazione non ha accolto i miei numerosi inviti, solleciti e la mia disponibilità offerta, dimostrando uno scarso interesse verso la principale iniziativa della Commissione Europea rivolta ai comuni per contribuire nella lotta ai cambiamenti climatici». Per l’Ambasciatore, questa, è «Un’altra occasione persa per un futuro sostenibile della città».

I comuni dotati di piani energetici possono, infatti, ottenere numerosi benefici aggiuntivi come ad esempio l’accesso a sostegni finanziari comunitari, standard qualitativi e contributi per finanziare attività previste nei PAESC. 

Dichiara Pecere «L’iniziativa del Patto dei Sindaci, può essere recepita come un mero atto volontario, sposarla finché se ne parla o ancora considerarla un semplice atto amministrativo come tanti. Oppure si può scegliere di credere in essa, come hanno fatto già molte città dotandosi di un PAESC.»

L’appello di Domenico Pecere, rappresenta un invito alla responsabilità condivisa e una chiamata al senso civico, mettendo da parte i personalismi e incentivando la partecipazione attiva per una maggiore efficienza amministrativa, in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea.

Domenico Pecere invita l’amministrazione a un cambio di rotta e propone un piano di azione che includa:

Stop al consumo di suolo. Serve dare un messaggio chiaro e forte per un cambio di rotta rispetto al passato. L’inizio del iter di adozione del nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG) non può più attendere, rappresenta una priorità.

Incentivi all’economia circolare, come l’installazione di eco-compattatori incentivanti, l’attivazione di centri del riciclo e riuso, la promozione e il sostegno di iniziative ecologiche. La costituzione di un team esterno di esperti in europrogettazione per cogliere tutte opportunità in materia offerte dai programmi di finanziamento dell’UE e dal PNRR.

Promozione delle energie rinnovabili, incentivando e promuovendo la costituzione di comunità energetiche rinnovabili (CER) sul territorio comunale.

Ripristino degli ecosistemi e aumento delle aree verdi urbane, nel rispetto della legge europea sul ripristino della natura (Nature Restoration Law ).

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