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Ottobre 19 2024

Polizia Locale, riproclamato lo stato di agitazione: «Siano rispettati i nostri diritti»

Le organizzazioni sindacali chiedono al Prefetto la convocazione di un tavolo di conciliazione per procedere alla risoluzione dei conflitti

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Cisl, Uil e Csa, assieme alle rappresentanze sindacali unitarie delle stesse sigle operanti all’interno del corpo ostunese della Polizia Locale, a distanza di circa un anno, proclamano nuovamente lo stato di agitazione. La decisione è giunta a margine dell’assemblea del personale svoltasi lo scorso 18 ottobre, alla presenza dei rappresentanti territoriali delle organizzazioni sindacali Cisl Fp, Uil-Fpl e Csaral, durante cui si sono discusse e approfondite le problematiche già espresse nella dichiarazione di stato di agitazione del 4 Ottobre 2020.

«Nonostante le diverse trattative – spiegano i sindacati in un documento inviato Prefetto di Brindisi, al sindaco di Ostuni, al dirigente della Polizia Locale e alla Commissione di garanzia per il diritto allo sciopero nei servizi pubblici – l’atteggiamento della parte pubblica non è stato certo pieno dell’accondiscendenza auspicata e molte delle problematiche esposte non hanno, a distanza di un anno, avuto alcuna soluzione».

Nello specifico, i sindacati mettono in evidenza che gli operatori di Polizia Locale, continuano a svolgere 36 ore di lavoro settimanali, anziché 35 come stabilito dal Ccnl e del contratto integrativo decentrato. Nonostante l’assunzione di quattro agenti a tempo determinato per la durata di sei mesi e di due agenti a tempo indeterminato, il Dirigente non ha apportato ancora alcuna modifica al sistema organizzativo dei servizi. I sindacati rimarcano, inoltre, la mancata applicazione dell’art. 24 c.2 del Ccnl, relativa alla presenza in servizio nei giorni di festività calendarizzati, unitamente alla mancata liquidazione delle somme spettanti a ciascun dipendente da versare presso il Fondo Sirio Perseo, ribadendo un immobilismo che perdura da troppo tempo.

Infine, i sindacati rilevano che alcuni degli operatori hanno percepito le somme di indennità esterna relativa all’anno 2020, ma nessuna somma del 2021. Altri operatori, invece, non hanno ad oggi ancora percepito alcuna corresponsione a titolo di indennità esterna, nonostante in sede di delegazione trattante fosse stato chiarito consensualmente tra parti sindacali e l’amministrazione comunale che la stessa indennità spetta su base giornaliera a chiunque svolga servizio esterno per almeno 1’80% dell’orario di lavoro.

Per questi motivi, i rappresentanti sindacali hanno proposto di riaprire lo stato di agitazione, riconvocando l’Amministrazione Comunale innanzi alla Prefettura di Brindisi, e i presenti sono risultati favorevoli all’unanimità.

«Lo stato di agitazione non è per noi un atto di contrapposizione all’amministrazione o al Comandante in carica – spiegano in una nota le rappresentanze sindacali unitarie (Cisl, Uil e Csa) presenti all’interno del corpo di Polizia Locale di Ostuni – bensì una richiesta di ascolto concreto di quelle che sono le necessità di un Corpo che chiede il rispetto dei propri diritti, che vuole evolversi, migliorarsi e lavorare bene e proficuamente al sevizio della città. È indubbio che, come in ogni ambiente lavorativo, il benessere organizzativo unito allo sviluppo di relazioni di stima e fiducia tra il corpo di polizia locale, l’amministrazione e la cittadinanza si concilierebbe con gli obiettivi comuni a tutte le parti, raggiungibili solo con l’impegno di ognuno e con lo sviluppo di una più alta coscienza civica.

Si evidenzia inoltre lo sconcerto rispetto alle numerose manifestazioni offensive, ingiuriose e violente a cui si è assistito sul social Facebook a seguito della pubblicazione di articoli riguardanti l’inidoneità di alcuni operatori a svolgere servizio esterno. Fermo restando che i contenuti in questione riportavano informazioni non veritiere riguardo gli operatori della polizia locale, lascia basiti come l’esercizio dei diritti dei lavoratori, a qualunque categoria appartengano, possa aver dato sfogo a tante e tali parole di odio e violenza. Ci saremmo aspettati da parte dell’Ente comunale una presa di posizione e di distanza pubblica rispetto l’accaduto, non tanto solo e in maniera riduttiva a difesa del Corpo di Polizia Locale, quanto come reazione di rifiuto e condanna verso ogni forma di violenza, seppure verbale».

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