Dieci artisti sono stati ospiti per dieci giorni della residenza artistica di Torre Guaceto, grazie al progetto LandXcape.
Il progetto, sostenuto dalla Regione Puglia- assessorato alle Industrie Culturali e Turistiche attraverso i Poli Biblio-Museali di Lecce e Brindisi, è stato attuato dal Teatro Pubblico Pugliese, in collaborazione con la Biennale dei giovani Creativi d’Europa e del Mediterraneo (Bjcemm).
Il gruppo dei dieci giovani artisti è formato da tre artiste straniere, Eleana Chatzaki (Grecia), Pia Prezelj (Slovenia), Hanna Fredsgaard Jones (Danimarca), dalle cinque italiane Francesca Camilla D’Amico, Laura Fuzzi, Adelaide Mancuso, Marta Mingucci, Annika Pettinie, e, nello specifico, e da due pugliesi, Cristina Carlà di Monteroni e Antonio Guadalupi di Brindisi.
Giunti a Torre Guaceto, i giovani artisti sono stati guidati alla scoperta del territorio salentino dal narratore Luigi D’Elia.
Hanno così potuto incontrare gli agricoltori del sud Salento, che oggi devono combattere per difendere i loro uliveti dall’attacco della Xylella, quelli di Torre Guaceto che, fortunatamente, non vivono la piaga della malattia dei loro alberi, anzi, progettano un futuro sempre più sostenibile per il territorio e la comunità locale, i suonatori tradizionali e gli anziani, veri testimoni di un rapporto autentico con la terra.
I dieci artisti si sono completamente immersi nella cultura locale ed ora saranno loro a raccontare la loro visione del Salento e di Torre Guaceto al pubblico.
Oggi, mercoledì 17 ottobre alle ore 20, presso il centro visite dell’area protetta “Al Gawsit” nella borgata di Serranova, esprimendosi ognuno attraverso la disciplina di pertinenza, i ragazzi restituiranno alla comunità locale la ricchezza acquisita dal loro arrivo in Riserva a oggi.
«Questa è la serata finale di un viaggio durato dieci giorni e partito da Torre Guaceto – ha raccontato il tutor Luigi D’Elia -, i dieci artisti si sono incamminati fin dove cresce l’ulivo, si sono messi in ascolto di una terra che sta cambiando pelle e lo sta facendo in uno stordimento delle parole, delle informazioni, del vento e delle cicale. Le memorie di Torre Guaceto, sorgente di storie, hanno accolto altre memorie, i sorrisi, gli sguardi, i silenzi degli umani e degli alberi incontrati lungo il cammino. Ne è nato un racconto, per parole, immagini e suoni che desidera restituire una tenerezza, una carezza per le mani gentili che si prendono cura della Terra».