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Ottobre 18 2024

Riattivazione CUP, la UGL denuncia l’inadeguatezza delle misure anti-contagio

Il sindacato che tutela i diritti dei lavoratori del comparto sanitario brindisino denuncia la mancata applicazione delle misure anti-contagio presso gli sportelli del centro unico prenotazioni degli ospedali della provincia

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Torna a far sentire la propria voce l’UGL Sanità di Brindisi che, attraverso una lettera sottoscritta dal coordinatore provinciale Alessandro Galizia e dalla segretaria provinciale Maria Sergi, denuncia la mancata applicazione delle disposizioni anti-contagio all’interno dei CUP di Ostuni e della provincia.

Rivolgendosi al presidente della regione Puglia Michele Emiliano, al direttore del dipartimanto di promozione della salute Vito Montanaro, al prefetto di Brindisi Umberto Guidato, al dirigente dell’ASL di Brindisi Giuseppe Pasqualone e all’amministratore unico di SanitaService ASL BR SRL Flavio Maria Rosato, i vertici del sindacato UGL Sanità richiamano l’attenzione delle istituzioni per chiedere che vengano presi provvedimenti in merito a quella che definscono «una disfatta nella gestione dell’emergenza sanitaria in provincia di Brindisi».

«I dati parlano chiaro – si legge nel documento della UGL Sanità di Brindisi – la nostra è tra le province in regione con la più alta percentuale di infezione in relazione alla popolazione. Nonostante questo, non vengono applicate le disposizioni governative.

Scellerato si è dimostrato non identificare dei presidi ospedalieri esclusivamente destinati al trattamento dell’emergenza pandemica, causa di promiscuità di ambienti, di personale, di percorsi. Come abbiamo visto, la stessa direzione sanitaria dell’ospedale Perrino ne ha ammesso le criticità. Sorte non differente è stata quella dei centri post acuzie. Mancanze che sono state la causa di diverse chiusure, sanificazioni e quarantene; di traghettamento di infermi, da una sede all’altra, da una provincia all’altra.  

A distanza di oltre tre mesi, quando pensavamo che ormai ci fosse cognizione di causa, si decide di ripristinare il servizio del Centro Unico Prenotazioni, con la possibilità di prenotare visite specialistiche ed esami strumentali presso gli sportelli fisici. Sale d’attesa mai contingentate e che rischiano di diventare luoghi d’assembramento e di futuri focolai. La richiesta di ripristinare totalmente il servizio di front office, e di conseguenza eliminare il numero istituito per le urgenze, dimenticando di dover privilegiare i canali telefonici e telematici. Un servizio in attesa di un reale potenziamento, su cui gravano arretrati, accettazioni e future programmazioni. Luoghi di lavoro ove spesso non sussistono i requisiti di distanza minima interpersonale, società partecipata che non fornisce sempre idonei Dispositivi di Protezione Individuale. Forniture in alcuni casi pervenute la seconda settimana di marzo e mai rinnovate fino al 18 giugno scorso, con le sole mascherine chirurgiche, nulla per le mani, neanche il sapone.

Forse si è erroneamente rassicurati dai dati di questi giorni relativi agli incrementi – conclude la lettera – ma non vorremmo mai che il tempo ci desse ragione».

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