Coldiretti Puglia lancia un appello ai Comuni pugliesi per abbattere i costi della Tari, nei confronti di aziende e agriturismi chiusi per il lock-down imposto dall’emergenza coronavirus. La richiesta, compilata con il supporto dell’associazione agrituristica e ambientale Terranostra Puglia, è rivolta alle amministrazioni comunali, affinché le stesse si adoperino per deliberare, relativamente alla Tari 2020, misure adeguate in favore delle imprese agricole. In particolare, in favore di quelle che svolgono attività agrituristica che hanno subito, in conseguenza della crisi epidemiologica e dei provvedimenti atti a contenerla, un azzeramento della domanda e delle presenze, peraltro con una evidente diminuzione della relativa produzione di rifiuti.
«L’attuale situazione di incertezza in ordine alla ripresa delle attività e del turismo non consente a tali imprese di riprogrammare gli impegni e di far fronte agli obblighi di natura tributaria, rischiando di comprometterne la tenuta economico-finanziaria – dichiara il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – Per superare la crisi occorrono misure finanziarie in grado di sostenere la capacità economica e produttiva delle nostre Imprese. L’agricoltura è storicamente il settore a maggiore resilienza, ma occorre dare una mano per affrontare la tempesta, attraverso interventi pubblici che consentano alle imprese di ripartire».
L’emergenza CoViD19 ha causato gravissimi danni all’economia del Paese, le misure restrittive adottate per contrastare il diffondersi dell’epidemia hanno determinato una forte contrazione delle attività multifunzionali delle imprese agricole.
L’attività agrituristica è tra le più colpite dall’emergenza Covid–19, è stata tra le prime a risentire del blocco delle attività, denuncia Terranostra Puglia. «L’IFEL, Istituto per la Finanza e l’Economia Locale fondazione dell’Anci, ha confermato la facoltà dei Comuni di deliberare riduzioni della Tari – aggiunge Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia – per le imprese (utenze non domestiche) che siano state costrette a sospendere l’attività o a esercitarla in forma ridotta a causa della situazione emergenziale. Da quando è cominciata la pandemia in Puglia il 57% delle aziende agricole ha registrato una diminuzione dell’attività con un impatto che varia da settore a settore con picchi anche del 100% come per l’agriturismo dove sono chiuse per le misure anti-contagio tutte le 876 strutture agrituristiche».
«Una anticipazione dell’apertura è necessaria per gli agriturismi che, spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari – insiste il presidente De Miccolis – con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Ma per riaprire i nostri agriturismi devono essere messi nella condizione di garantire la massima sicurezza con protocolli certi e senza costi insostenibili che si tradurrebbero in un colpo di grazia».