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Ottobre 18 2024

Saldi in Puglia dal 3 luglio, Fismo e Confesercenti: «Penalizzato il commercio di prossimità»

Confesercenti Brindisi e la Federazione Italiana Settore Moda chiedono di posticipare l’avvio dei saldi al 24 luglio

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L’apertura della stagione dei saldi in Puglia al 3 luglio prossimo non va giù a Confesercenti Brindisi e alla Fismo – Federazione Italiana Settore Moda, che propongono di posticipare l’avvio al 24 luglio per sostenere il commercio di prossimità.

La disposizione dell’assessorato regionale alle Attività produttive farebbe, secondo le due associazioni di categoria, un “grande favore alla grande distribuzione, penalizzando i negozi di vicinato che hanno una ingente quantità di merce invenduta. Passare dalla non vendita alla svendita è un danno ancora più duro per le aspettative economiche del settore”.

Michele Piccirillo, presidente di Confesercenti Brindisi, ha poi aggiunto che: «le due settimane in più richieste dalla FISMO rispetto alla data stabilita dalla Regione Puglia, consentirebbero di fare cassa e affrontare le difficoltà economiche generate dal fermo emergenza sanitaria. La Regione Puglia prima convoca la divisione regionale di Confesercenti per decidere insieme come procedere per la ripresa ‘post Covid’ del commercio, e poi decide ‘da sola’ ignorando le ragioni che spingono le associazioni sindacali a fare proprie le istanze degli esercenti del commercio che rischiano di fallire».

A  lanciare  l’allarme è anche  Fabio  Tinti,  Presidente  nazionale  di Fismo, l’associazione di categoria che riunisce le attività di commercio moda aderenti a Confesercenti, ed i due vicepresidenti nazionali dell’associazione Benny Campobasso e Francesca Recine.

«Purtroppo, tranne alcune eccezioni – spiega Fabio Tinti – la maggior parte delle Regioni si appresta a stabilire per il prossimo 3 luglio l’avvio dei saldi estivi 2021, con quasi un mese di anticipo rispetto allo scorso anno. Fismo ha più volte ribadito la necessità di spostare la data di inizio dei saldi almeno a fine luglio, da sabato 24 in poi, per dare un po’ di respiro ai negozi del dettaglio di abbigliamento e

calzature, e per avvicinarla al termine naturale della stagione. Far partire le vendite di fine estate nemmeno una settimana dopo l’inizio della stessa è ridicolo e dannoso soprattutto per le attività di minori dimensioni. Le regioni ci ripensino».

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