Si ripresenta a Torre Guaceto la problematica della pesca di frodo nell’Area Marina Protetta. Nelle ultime ore, gli uomini del reparto navale della guardia di finanza di Brindisi hanno sventato l’ennesimo tentativo fraudolento di prelievo di pesce dalla riserva.
In questo periodo, il sospetto che i soliti noti sarebbero tornati a fare mattanza di fauna ittica nell’area protetta ha tenuto sulla corda il personale del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto. Acquisite tutte le informazioni utili ai fini di scongiurare la reminiscenza del fenomeno, l’ente di gestione si è rivolto alle Autorità.
E nelle ultime ore, i finanzieri di Brindisi hanno condotto un’operazione sul campo che ha permesso di evitare che venisse portata a segno una battuta di pesca illegale. Una squadra del reparto navale si è appostata in uno dei punti più delicati e tutelati di Torre Guaceto, la zona A dell’AMP, un’area tanto sensibile che vi è vietata persino la balneazione.
Arrivato l’imbrunire, gli uomini della guardia di finanza hanno ottenuto riscontro all’ipotesi di reato. Una piccola imbarcazione è arrivata in Zona A e due uomini si sono apprestati a salpare le reti, pronti a concludere l’ennesima battuta di pesca di frodo. A questo punto, i finanzieri sono entrati in azione. Alla vista delle forze dell’Ordine, i soggetti a bordo del natante hanno tagliato la rete e si sono dati alla fuga.
Recuperato quanto più tramaglio possibile, gli uomini del reparto navale hanno ingaggiato l’inseguimento dei due uomini che si è poi concluso con lo spiaggiamento della barca e la fuga a piedi dei pescatori di frodo. Approdati a terra, i finanzieri hanno sottoposto a sequestro il natante, la rete ed il pescato, poi donato all’ente Caritas, contestualmente hanno avviato gli accertamenti necessari ad assicurare alla Legge i due soggetti responsabili del reato.
Allertato, il personale del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto ha provveduto a rimuovere la restante parte della rete che, ad operazione in corso, gli uomini della guardia di finanza non avevano potuto salpare. Intervento necessario e di fondamentale importanza per scongiurare che si verificasse il fenomeno del “ghost fishing”, ossia che la rete rimasta in mare continuasse ad intrappolare gli animali marini.
«Nonostante l’alto livello di guardia che abbiamo sulla riserva – ha commentato il presidente del Consorzio, Corrado Tarantino – subiamo ancora casi di pesca di frodo. Senza la solerzia e la dedizione delle forze dell’Ordine, non potremmo lottare contro il fenomeno. Ringraziamo gli uomini del reparto navale di Brindisi per l’importante azione».