Ostuni e il bianco che la contraddistingue continuano a catturare l’attenzione di chi ne rimane affascinato. Stavolta è il famoso chef di origini campane Gino D’Acampo, che ha voluto realizzare a Ostuni una puntata del suo noto programma “Gino’s Italian Escape”.
Il programma racconta la cultura italiana, non soffermandosi esclusivamente sulla gastronomia, e va in onda dal 2013 su ITV, una delle più importanti emittenti inglesi.
Il 4 giugno la troupe di Gino D’Acampo ha fatto tappa a Ostuni dove i fratelli ostunesi Benedetto e Beniamino Farina, contattati dalla produzione una ventina di giorni prima, hanno illustrato dinanzi alle telecamere l’antica arte dell’imbiancatura a calce, che nasce da una tradizione antichissima e regala alle mura delle città quel bianco che l’ha resa famosa in tutto il mondo.
Teatro delle riprese è stato Viale Oronzo Quaranta, dove si è svolta, durante le prime ore della mattinata, una dimostrazione pratica che ha permesso allo chef e showman Gino D’Acampo, nominato per l’occasione “imbianchino onorario” dai fratelli Farina, di apprendere i segreti dell’antica pratica che ha permesso alla comunità ostunese di sopravvivere nei secoli a epidemie come il colera e la peste. Sul posto scelto da ITV per le riprese, oltre a diversi cittadini incuriositi dalle riprese, anche il sindaco Gianfranco Coppola e il neo assessore allo Sport e alle Politiche giovanili Mariella Monopoli, che hanno dato il benvenuto alla troupe.
«Gino D’Acampo e gli autori della sua trasmissione televisiva – spiega Beniamino Farina, settantenne ostunese che coltiva sin dall’età di 8 anni la passione per la tradizionale pittura a calce – volevano conoscere la storia del bianco e i suoi effetti sulla cultura locale, perciò con mio fratello ci siamo adoperati affinché in una manciata di ore si potessero ripercorrere secoli di antiche tradizioni. Intorno alle cinque del mattino mi sono recato al torrione scelto per le riprese e ho iniziato il lavoro che avremmo poi proseguito durante la mattinata, quando è arrivato Gino D’Acampo, un professionista distinto che ha squisitamente conservato la tipica genuinità napoletana, ho provveduto a vestirlo da imbianchino, con tanto di cappello di carta in testa. Abbiamo spiegato come si realizza il tipico “scupariedde”, raccontato come veniva prodotta anticamente la calce e mostrato le tecniche tradizionali di imbiancatura. Dopo il lavoro, abbiamo trascorso assieme alcune ore in giro per il territorio ostunese; in campagna, all’ombra di un olivo secolare, abbiamo gustato un ottimo tiramisù preparato da Gino D’Acampo per l’occasione».
«Quello che ci preme – conclude Beniamino Farina – è portare avanti un progetto di riqualificazione del bianco ostunese, per contrastare la scomparsa di questa importantissima tradizione locale, praticata purtroppo sempre meno dalle nuove generazioni. Confidiamo nell’iniziativa che il Comune di Ostuni sta mettendo a punto, volta a realizzare un corso di formazione per imbianchini di cui io dovrei essere responsabile. Insegnare questa tradizionale arte sarebbe per me un onore, mi auguro che il progetto venga realizzato perché ritengo sia fondamentale restituire alla nostra città torni a splendere del colore che continua a renderla famosa in tutto il mondo».