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Ostuni
Ottobre 12 2024

Un breve sondaggio

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«Salve, la contatto per un breve sondaggio…»

«Non compro nulla!»

«Non sono una venditrice. Dovrebbe solo rispondere a poche domande. È per un’indagine.»

«Guardi… uh… devo andare a prendere mio figlio da scuola, e…»

«Pochissime domande. Non deve comprare nulla. Solo un aiuto per la nostra ricerca. È di estrema importanza.»

«Certo, dite tutti così. Senta, devo andare. Mio figlio esce da scuola, e poi devo comprare il pane. Non ha idea del traffico a quest’ora.»

«Lei è contenta del suo partner?»

«Cosa?»

«Stiamo conducendo una ricerca sulla vita di coppia. Le volevo chiedere se lei sia contenta del suo partner. Se ne ha uno, ovviamente.»

«Sì, sono sposata. Ma, scusi, che razza di domanda è questa da fare a una persona?»

«Perciò non è contenta…»

«Cosa?»

«Insomma, di solito quando segniamo “non sa, non risponde” significa che quella persona non è così felice della sua vita di coppia…» continuò l’intervistatrice, cominciando a compilare la sua scheda.

«Ma, mi perdoni, lei per chi lavora?»

«Un istituto di ricerca.»

«Che vuole sapere tutto sulla mia vita privata?»

«Sono indagini anonime. Lei rientrerà nel mero dato statistico.»

«Come le pare. Attacco. Devo andare a prendere mio figlio.»

«Perciò segno che non è contenta del suo partner.»

«Certo che sono contenta di mio marito! Insomma, nessuno è perfetto, ma…»

«Quanto è contenta di lui, da uno a cinque?»

«Dieci! Sono contenta da dieci! Va bene così?»

«Non c’è dieci. Da uno a cinque.»

«Cinque, allora.»

«Perciò segno “cinque.” Sono totalmente soddisfatta del mio partner.»

«Certo, sì. Be’, forse “totalmente” è una parola grossa…»

«Quattro?»

«Che significa “quattro”?»

«“Sono molto contenta del mio partner.”»

«Sì. Va bene. Insomma, nessuno è perfetto. Quattro va bene.»

«Segno “quattro.”»

La donna ci pensò su. Mancava ancora una mezz’ora, prima che dovesse uscire di casa per comprare il pane e prelevare il figlio. Aveva sperato, nel frattempo, di ascoltare un concerto di musica sinfonica che davano sempre alla radio a quell’ora. Era appassionata.

«Che significa “tre”?»

«“Sono abbastanza contenta del mio partner.”»

La donna sospirò.

«Tre penso vada bene. Insomma, è un brav’uomo. Nessuno è perfetto.»

«Domanda successiva…»

La donna si sedette al divano.

«Sentiamo.»

«Lei è soddisfatta del tempo che trascorre in compagnia del suo partner?»

«Che domanda. Dipende.»

«Deve rispondere con un numero da uno a cinque.»

«Non lo. Spesso stiamo bene insieme. A volte andiamo a fare trekking, nel fine settimana. Sono bei momenti.»

«Perciò segno “cinque”?»

«Cinque… oddio… se devo essere sincera. Ho detto che andiamo “a volte,” ma non è vero. Siamo andati solo una volta, tre mesi fa.»

«Perciò segno… “quattro”?»

«E, per dirla tutta, abbiamo litigato di continuo sulla strada del ritorno, perché avevo comprato scarpe troppo piccole e mi erano venute le vesciche. Lui mi rimprovera sempre di questo genere di cose, ma dico io, le persone possono sbagliare, no?»

«Tre?»

«Due. Comunque, anche lui mica rasenta la perfezione. Forse il fatto è questo: si crede perfetto, e ha la pretesa che tutti gli altri lo siano.»

«Questa risposta è interessante, perché la domanda successiva è: “Lei pensa che il suo partner abbia una percezione esatta di lei?”»

«Zero

«Questa non è una domanda da uno a cinque» spiegò l’intervistatrice. «Deve argomentare.»

«Dipende tutto dal mio lavoro, naturalmente. Vede, io sono una biologa nutrizionista. Non è un settore facile, c’è molta concorrenza, e poi le persone pensano che possono sempre ricorrere a diete fai da te. Così ci sono periodi, mi perdoni il gioco di parole, di magra, e lui è convinto di mandare avanti da solo la famiglia. Poi pensa che una volta può portarmi a fare un gita in montagna, o a cena fuori in un posto carino e… però nostro figlio è una benedizione. Mio marito, fra l’altro, non s’accorge di quanto mi dedichi a lui.»

«Quanti figli avete?»

«Uno.»

«Pensate che vi piacerebbe averne altri?»

«Vuole sapere quanti da uno a cinque?» Risero. «No, comunque per ora no. Come ha capito, abbiamo una serie di problemi da risolvere.»

«Lei è stata molto gentile. Un’ultima domanda, poi può andare a prendere suo figlio.»

«Oh, ho tempo. Mi faccia tutte le domanda che desidera. È piacevole parlare con lei.»

«Solo una. Fantastica mai di tradire il suo partner con un’altra persona?»

La donna deglutì.

«Questa è tosta.»

«Mi rendo conto. Molti preferiscono lasciarla in bianco. Se lei preferisce…»

«L’altro giorno ho rivisto Giuseppe Scaramozzi.»

«Un collega?»

«No, un vecchio compagno di classe delle superiori. All’epoca, sa, ero innamorata di lui, però non mi calcolava. È sempre stato un bel ragazzo. Anche oggi, un bell’uomo.»

«Prova ancora del tenero per lui?»

«Mi chiedo se ci si possa mai lasciare dietro i passati amori… all’epoca ero molto insignificante. Poi con gli anni sono migliorata. Dieta, palestra, abbronzatura. L’altro giorno, ho avuto l’impressione che non gli fossi più tanto indifferente.»

«Perciò, come devo rispondere alla domanda: “Se lei ha mai fantasticato di tradire…”»

«Senta, cosa vuole che le dica. Stiamo insieme da otto anni. Abbiamo un figlio. Chi lo sa, magari, in futuro, ne avremo altri. I nostri fine settimana in montagna, tutto sommato, non sono male…»

«Il fine settimana» mormorò l’intervistatrice.

«Scusi?»

«Niente.»

«Mi dica la verità. Lei che ne pensa?»

«Sono una professionista. Mi limito a porre domande.»

«Poi, cosa farete coi questionari?»

«Produrremo un rapporto.»

«Su cosa?»

«Sulla vita di coppia degli italiani.»

«Come sta andando la ricerca, finora?»

«No comment…»

«Capisco.»

«Lei è stata molto gentile. Non tutti rispondono a tutte le domande.»

«Certo. La ringrazio. Le auguro buon prosieguo.»

«Grazie a lei.»

La donna chiuse il cellulare. Ancora dieci minuti prima di uscire di casa. Non faceva più in tempo ad ascoltare il concerto del mattino. Si lisciò l’abito di buon taglio. Poi, diede un’occhiata ai social. Giuseppe Scaramozzi aveva postato una foto in piscina. Che addominali. Mi piace?

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Domenico Santoro
Domenico Santorohttps://domenicosantoro.art.blog/
Nato nel 1986 a Ostuni, dove risiede, laureato in scienze politiche e filosofia, scrive narrativa e poesia. Ha pubblicato poesie e racconti su la Repubblica (ed. Bari), A4, Grado Zero, Risme, Il paradiso degli orchi, Spore, L’ircocervo, Quaerere, Bomarscé, Voce del Verbo. Nel 2021 ha pubblicato un romanzo (“Il posto delle cose”) con Placebook Publishing. Il suo sito personale è domenicosantoro.art.blog.
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