Si è svolta venerdì 15 giugno, presso il Tribunale di Taranto l’udienza preliminare per la morte dell’elicotterista ostunese Alessandro Schettini, avvenuta il 15 marzo 2016.
Il giovane sottocapo della Marina militare, in forza presso il Quarto gruppo Elicotteri di Grottaglie, perse la vita a soli 32 anni nel corso di un’esercitazione in un aeroporto dismesso, tra Oria e Manduria.
Il giovane, impegnato insieme ad altri colleghi in una simulazione di salvataggio naufraghi, durante l’operazione di risalita cadde dall’elicottero facendo un volo di 30 metri. L’attività investigativa aperta dalla Procura di Taranto dopo la morte del militare, si è concretizzata ieri con il rinvio a giudizio del verricellista che si trovava sull’elicottero, l’unico militare coinvolto ad oggi nella vicenda giudiziaria.
Fondamentale la perizia disposta per stabilire se all’origine dell’incidente costato alla vita al sottocapo della Marina vi fossero responsabilità umane. I risultati della perizia parlano di “mancanza di osservazione delle precise misure di sicurezza” nelle operazioni di recupero del trentaduenne ostunese nel corso dell’esercitazione.
Esaminato il fascicolo, il giudice Benedetto Ruberto ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio dell’imputato, fissando la prima udienza del processo il 6 novembre prossimo. L’imputato dovrà difendersi adesso dall’accusa di omicidio colposo.
I familiari di Alessandro Schettii, difesi dagli avvocati Fabrizio Anglani e Giuliano Calabrese, si sono costituiti parte civile ribadendo con forza il diritto a conoscere tutta la verità su quel maledetto incidente che ha spezzato prematuramente la vita del loro congiuto.
