L’ostunese Vincenzo Nacci è la nuova guida delle nazionali giovanili di pallavolo irachene. L’allenatore della Città bianca riparte ancora una volta dall’estero, nuovo trampolino di lancio tra le numerose esperienze italiane.
Già qualche anno fa, il triennio alla guida della nazionale venezuelana aveva segnato la caratura del tecnico che stavolta fa tappa in Asia occidentale. In Iraq Nacci sarà il responsabile tecnico di tutte le squadre giovanili e primo allenatore della selezione under 20.
«E’ una bella opportunità – spiega mister Nacci – Il progetto voluto dalla federazione per le giovanili mira a ricreare l’organizzazione del modello pallavolistico europeo. Non sarà facile, mi aspetto un lavoro importante e stimolante ma anche difficile. Sarà fondamentale riuscire a trasmettere la propria mentalità. Lavorando con uno staff totalmente locale, cercheremo di creare un buon mix tra culture pallavolistiche differenti, per favorire la crescita di questi ragazzi.
E’ un mondo totalmente differente, per mentalità, per cultura, per tutto. Quello che però si percepisce fin da subito è la voglia di un Paese che, non solo pallavolisticamente, si sta ricostruendo. C’è grande voglia di fare. Personalmente devo dire di aver ricevuto un’accoglienza incredibile. Tutti si sono messi a disposizione per assecondare ogni richiesta mirata a perfezionare quel contesto che farà poi da contorno alla pallavolo giocata».
Nei primi giorni passati in Iraq per la sigla del contratto, mister Nacci ha potuto iniziare a impostare le basi del nuovo progetto. Il prossimo viaggio di metà maggio farà segnare l’inizio vero e proprio dei lavori, con la supervisione dei giovani impegnati nella fase playoff, seguita da un primo mese di allenamenti nella struttura di Bagdad e dalle manifestazioni di giugno.
Prima atleta e poi allenatore, il coach ostunese è partito dalla sua Città bianca, passando poi per Corigliano, Bari, Taranto, Matera, Sant’Antioco, Potenza, Latina, Lamezia, salendo man mano di categoria, dalla Serie B, alla A2 e fino alla Superlega. Senza dimenticare la già citata esperienza alla guida della nazionale del Venezuela.
Un anno fa tra l’altro c’erano già stati i presupposti per un’avventura in Medio Oriente, a Doah, ma ci si era messo di mezzo il Covid. Era solo una questione di tempo e di pazienza, la stessa con cui l’allenatore ostunese coltiva tenacemente e meticolosamente il proprio lavoro.
