Otto tonnellate di pesce, tra cui ricci di mare, privi degli indispensabili documenti che ne attestino la provenienza, sono stati sequestrati dai militari della Guardia Costiera in una vasta operazione di controllo coordinata e diretta dal 6° Centro di controllo Area Pesca della Guardia Costiera di Bari. Il pesce era pronto per essere venduto a privati cittadini e ristoratori.
L’operazione che ha portato al sequestro si è svolta dal 29 al 31 maggio e ha visto coinvolti i militari della Guardia costiera di Bari e Brindisi, concentratisi soprattutto sul controllo del prodotto ittico proveniente dall’estero, ampliando successivamente il raggio d’azione alla somministrazione al dettaglio nelle attività di ristorazione.
I militari sottolineano il perdurare dell’offerta nei vari ristoranti di pietanze a base di ricci di mare, nonostante siano in vigore le norme che ne stabiliscono l’interdizione alla pesca, vendita e somministrazione nei mesi di maggio e giugno.
I controlli eseguiti nel capoluogo pugliese e all’interno di stabilimenti all’ingrosso del brindisino hanno portato al sequestro di circa otto tonnellate di prodotti ittici privi dei requisiti di tracciabilità, aventi un valore commerciale stimato, nella vendita al dettaglio, di oltre 40 mila euro.
Oltre 500 i chili di prodotto ittico (compresi i ricci di mare) sequestrati in tre diversi ristoranti della provincia di Bari; contestate violazioni gravi alle norme sulla rintracciabilità dei prodotti offerti al consumo e comminate sanzioni amministrative per un totale di 12 mila euro.
L’attività ha evidenziato come molti di questi prodotti, per la maggior parte congelati e importati, arrivino con mezzi pesanti termorefrigerati, soprattutto nelle prime ore del mattino. Per tale ragione sono stati, quindi, intensificati i controlli sugli autoarticolati frigo adibiti al trasporto di prodotto ittico. Proprio all’interno di uno di questi, nei pressi del mercato ittico barese, è stato ritrovato un quantitativo di circa 300 chili di gamberi rossi provenienti dalla Sicilia, privi di informazioni, che sono stati sequestrati e donati a enti caritatevoli, in quanto giudicati idonei al consumo umano dai veterinari della Asl.
Nella giornata di giovedì 31 maggio, nel brindisino, è stato scoperto un ingente quantitativo di cozze nere, più di sette tonnellate, completamente privo di informazioni idonee a ricostruirne la provenienza. L’autoarticolato di nazionalità greca, condotto da un cittadino albanese, è stato sigillato con intimazione a rientrare nel paese ellenico, in quanto il prodotto ittico è stato giudicato non idoneo alla commercializzazione sul suolo italiano, costituendo un potenziale rischio per la salute degli ignari consumatori.