Tra le città selezionate dal Ministero dell’Interno per far partire la sperimentazione del Taser, la pistola elettrica, c’è anche Brindisi.
Il capoluogo pugliese, si legge nel decreto a firma del ministro Matteo Salvini, presto sarà una delle undici città in cui l’arma sarà in dotazione a Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza . Le altre città in cui verrà sperimentata sono Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia.
Il Taser è un’arma, nelle intenzioni non letale, che ricorda una pistola per forma e grandezza; si compone di due elettrodi capaci di colpire un obiettivo con un flusso di corrente elettrica ad alto voltaggio, ma a basso amperaggio. Riesce a colpire un bersaglio fino alla distanza di sette metri e il risultato – almeno quello teorico – è l’immobilizzazione della persona colpita, derivante dalla contrazione dei muscoli impressa dalla scossa.
«E’ un’arma di dissuasione non letale– ha affermato il ministro dell’Interno Matteo Salvini – e il suo utilizzo è un importante deterrente soprattutto per gli operatori della sicurezza che pattugliano le strade e possono trovarsi in situazioni borderline, dove una misura di deterrenza può risultare più efficace e soprattutto può ridurre i rischi per l’incolumità personale degli agenti”.
Ad essere sperimentato in Italia sarà il modello X2 del Taser, prodotto dalla società americana Axon (che prima si chiamava Taser). Fanno sapere del Ministero che la fase sperimentale seguirà un disciplinare che, un apposito gruppo interforze, sta mettendo a punto e sulla base del quale saranno formati le donne e gli uomini delle forze dell’ordine coinvolti nella prima fase di utilizzo.
L’invenzione del Taser risale già agli anni Sessanta; per quanto riguarda l’Italia, l’ipotesi della sua introduzione è datata 2014, quando venne approvato un emendamento che ne consentiva la sperimentazione all’interno del decreto sicurezza negli stadi.
Ogni agente che avrà in dotazione la pistola elettrica sarà munito anche di una telecamera che si attiverà automaticamente in modo da poter verificare l’effettivo uso del Taser. Anche se dalla legislazione italiana il Taser non è considerato un’arma letale, nel 2007 l’Onu ha dichiarato la pistola elettrica uno “strumento di tortura”.
Quello sull’utilizzo del Taser è un dibattito controverso. Se da un lato, viene considerato un’alternativa alle armi da fuoco che limita i danni, alcuni studi confermano invece che le sue scosse possono essere mortali. Un’indagine svolta nel 2017 dall’agenzia giornalistica Reuters parla di 1.105 persone decedute negli Stati Uniti, dove il Taser è usato comunemente, in cui il fatto di essere stati colpiti dalla pistola elettronica veniva inserita nelle autopsie come concausa del decesso.
Per questa ragione, in Italia sono molte le associazioni contrarie all’uso dell’arma. A esprimere il proprio dissenso sull’utilizzo del Taser l’ “Associazione Antigone”, che si occupa di garantire i diritti della popolazione carceraria, e “Amnesty International”, il cui portavoce Riccardo Noury ha affermato: «queste armi cosiddette non letali hanno un rischio di essere letali molto elevato. E questo pone un problema di formazione, pone la necessità di far sapere quanto sono pericolose se utilizzate nei confronti di persone che hanno alcuni problemi di salute. Il numero delle vittime negli Stati Uniti è di centinaia e centinaia».
Attualmente il Taser è in dotazione alle forze di polizia di circa 107 Paesi, tra cui Canada, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Kenya e in Europa in Finlandia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Grecia e Regno Unito.