Gli ultimi dati sul turismo in Puglia, resi noti durante la B.I.T. di Milano, continuano a far discutere. Stavolta, a commentarli è la Confesercenti che, attraverso due sue rappresentanti, esprime la sua analisi su punti di forza e di debolezza del comparto.
L’associazione di categoria plaude alle politiche regionali che hanno portato a questi risultati, ma esprime anche alcune criticità. «I dati presentati alla Bit 2019 sull’andamento turistico pugliese del 2018- afferma Francesco De Carlo, vicepresidente nazionale Assohotel/Confesercenti- fotografano un settore economico dinamico e in crescita, grazie a politiche turistiche regionali attente alla crescita del comparto economico, oltre che ad un proficuo dialogo e confronto tra le parti. l Pil turistico 2018, con un +6,8% nel 2017, attestatosi sul +5,5% ripaga il territorio per gli investimenti e le politiche imprenditoriali lungimiranti».
«Assohotel/Confesercenti ha da tempo formulato proposte- aggiunge Benny Campobasso, presidente di Confesercenti Puglia- per evitare che quanto costruito negli ultimi dieci anni si disperda, se non alimentato da una sana politica di prodotto turistico/promozionale. Per destagionalizzare il turismo pugliese queste proposte sono orientate alla creazione di un Convention bureau regionale come piattaforma di incentivazione del turismo congressuale e degli eventi, al sostegno del settore del wedding, alla creazione di prodotti specifici, abbinati agli attrattori culturali come i patrimoni Unesco e Barocco salentino, gestiti da una rete di imprese turistiche e affiancate alla collaudata proposta mare».
Confesercenti è infatti convinta che, nonostante i ragguardevoli risultati raggiunti dal turismo pugliese negli ultimi tempi, che il potenziale che la Puglia è in grado di esprimere sia nettamente maggiore.
L’associazione di categoria si sofferma poi sui dati che parlano di una diiminuzione degli arrivi nazionali, che registrano una battuta d’arresto, soprattutto nelle presenze, con un -2%.
«Gli ultimi dati – aggiunge De Carlo – registrano un calo di interesse per alcune zone della Puglia che – molto probabilmente – non hanno saputo rinnovarsi e soprattutto riqualificarsi. È il caso di Alberobello, Polignano, Ostuni, Peschici, Gallipoli e Vieste, pur essendo – quest’ultima – al vertice della classifica delle presenze in Puglia. Ciò dimostra che rimanere fermi dopo aver conseguito successi e raggiunto obiettivi non porta risultati. Perché quei successi ingenerano nei turisti aspettative (parcheggi, sicurezza, offerta culturale) maggiori rispetto a quelle che si è in grado di offrire. Matera docet: insegna che le politiche turistico/culturali ripagano se sono ben pensate e condivise dall’intera comunità».
I rappresentanti di Confesercenti si esprimono poi sulla decisione del governo nazionale di impugnare la legge regionale che istituiva la creazione di un codice unico per le strutture ricettive non alberghiere. «Sconcerta– afferma Confesercenti– il fatto che il governo italiano abbia impugnato la legge sull’abusivismo ricettivo pugliese, norma con la quale la Puglia intendeva assegnare un codice identificativo alle attività extralberghiere al fine di arginare l’imperante illegalità in materia fiscale e di sicurezza».
Infine Confesercenti si lamenta dell’eccessiva burocrazia che in molti casi scoraggia gli imprenditori che vorrebbero creare o riadeguare le proprie strutture. «Molte imprese alberghiere- concludono i rappresentanti di Confesercenti– denunciano i tempi biblici, fino a 3 anni per completare l’iter amministrativo utile per ottenere gli incentivi previsti dal Titolo II (legge della Regione Puglia di sostegno alle imprese). Questo non incoraggia gli investimenti degli imprenditori che decidono di (ri)adeguare le proprie strutture per meglio rispondere ad un mercato internazionale esigente che chiede standard sempre più di qualità».