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Dicembre 14 2024

‘Moro vive’: Gero Grassi a Ostuni per l’evento organizzato dall’istituto Pantanelli – Monnet

Si terrà il prossimo 30 gennaio alle ore 10.30 presso l’istituto scolastico Pantanelli – Monnet l’incontro aperto alla cittadinanza che vedrà protagonista l’onorevole Gero Grassi, promotore della seconda Commissione bicamerale d'inchiesta

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Parlare di Aldo Moro, dopo quarantuno lunghi anni di omissioni, deviazioni, macchinazioni e superficialità sulla sua brutale uccisione, non significa tornare al passato, ma guardare al futuro attraverso il presente. “Moro vive” è un progetto triennale ideato e portato avanti dal Consiglio regionale della Puglia, che coinvolge le scuole secondarie di secondo grado del territorio pugliese.

Anche a Ostuni, grazie all’impegno dell’istituto tecnico – agrario PantanelliMonnet e del suo dirigente Francesco Dell’Atti, si parlerà dello statista, del docente universitario, del politico, dell’educatore pugliese e voce autorevole del Mezzogiorno che si è distinto per la profonda moralità del suo pensiero, la lucidità della sua visione, la sua capacità di anticipare il futuro.

Si terrà il prossimo 30 gennaio alle ore 10.30 presso l’istituto scolastico Pantanelli – Monnet l’incontro aperto alla cittadinanza che vedrà protagonista l’onorevole Gero Grassi, promotore della seconda Commissione bicamerale d’inchiesta, capace in questi anni di raccogliere 6 milioni di pagine di atti giudiziari, un migliaio di filmati, foto e documenti, derivanti da 8 processi e altrettante commissioni.

Parlare di Aldo Moro aiuta a capire come si va modificando la storia d’Italia, ci invita a rivedere la nostra storia contemporanea alla luce delle ultime scoperte giudiziarie. Non si deve ragionare con gli schemi del passato, vi si può scoprire che Parigi è la capitale della Germania, che Moro è stato ucciso ‘anche’ dalle Brigate Rosse e che quando Moro è stato ucciso forse le BR non c’erano”. Queste parole, pronunciate da Gero Grassi, racchiudono il senso dell’evento organizzato dal Pantanelli – Monnet, un momento di riflessione incentrato non solo sul sequestro seguito all’eccidio della scorta, ma soprattutto sulla mistificazione della realtà operata da illustri protagonisti della classe dirigente italiana dell’epoca. Da quella strage, dai 55 giorni di prigionia, dall’omicidio del 9 maggio 1978, partì una complessa serie di indagini, che per voleri occulti non dovevano approdare alla verità.

Come emerso dalle indagini della seconda commissione parlamentare, in via Fani non c’erano solo le Brigate Rosse, c’erano uomini della mafia (banda della Magliana), della ‘ndrangheta, dei servizi segreti italiani e stranieri. Si gridavano ordini e avvertimenti in tedesco, ha testimoniato una studentessa diciannovenne, sentita solo nel 2017, quasi sessantenne.

93 colpi d’armi da fuoco in 56 secondi. Un inferno. Quasi tutto quello che è stato raccontato, scritto e affermato sul caso Moro non risponde al vero, sostiene Gero Grassi. Omissioni, deviazioni, superficialità, macchinazioni, Loggia P2. “Di tutto, di più”. Ma c’è un’Italia vera, che nessuno ha raccontato, che sta vendendo fuori grazie anche al progetto “Moro vive”.

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