I sindaci della provincia di Brindisi scrivono al presidente della regione Michele Emiliano per chiedergli di risolvere il problema relativo alla comunicazione dei dati epidemiologici ufficiali. Un problema grave per i sindaci, che non riescono ad attivare procedure di prevenzione più puntuali volte al contenimento del contagio.
«Nella consapevolezza che solo la rete istituzionale possa garantire il necessario connubio tra profili sanitari e informativi – si legge nel documento sottoscritto dai sindaci lo scorso giovedì 26 marzo – nell’interesse delle Comunità territoriali vieppiù provate dalla pandemia, sottoponiamo alla sua attenzione alcune situazioni operative, certamente non nuove, ma la cui rilevanza lievita quotidianamente per chi, come gli scriventi, opera come avamposto di contatto nella veste di Autorità Sanitarie Locali.
La duplicità del meccanismo di contagio, da sintomatici e asintomatici, spinge anche noi a richiederle di mettere in campo ogni iniziativa acché il numero di tamponi o di test rapidi passi da una selezione a maglie strette ad una ampiezza sempre maggiore. Non sta a noi suggerire soluzioni a chi ha un angolo di visuale molto più ampio, ma certamente è nostro dovere rappresentarle questo bisogno, affinché divenga l’obiettivo centrale dell’azione.
Sig. Presidente avrà colto, in questi giorni, che la filiera informativa tende verso la residualità del ruolo dei Sindaci. Non è una rivendicazione, ma un grido d’allarme per un errore strategico ed operativo. Avere dati di seconda mano, non diretti, parziali (dal punto di vista concreto nulla è dato sapere delle situazioni monitorate dai medici di famiglia), quando non disporre affatto di fonti ufficiali, lascia i cittadini sull’onda delle elaborazioni personali e di soggetti non accreditati, generando deleteri allarmismi e contemporaneamente facili entusiasmi e manipolazioni.
Operativamente poi si chiede, come si possa noi agire nell’apprestare ad esempio il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti per chi è direttamente coinvolto nel vortice dell’epidemia, nella frammentarietà delle informazioni.
Per questo chiediamo di avere una conoscenza più puntuale e precisa dell’evoluzione locale dell’epidemia, in termini di persone poste in permanenza domiciliare con sorveglianza attiva e di persone risultate positive al tampone. Altro potremmo evidenziare, ma qui è in gioco la valutazione sul contributo alla causa comune, che la specificità dei territori può offrire».
Senza dati certi sul numero dei contagi nei singoli comuni, il conteggio risulta affidato all’iniziativa diretta dei sindaci. Emblematico il caso di Carovigno, epicentro della pandemia in territorio brindisino, dove sono venute a mancare quattro persone dall’inizio dell’emergenza. L’ultimo, deceduto ieri, è un pensionato di 68 anni, ex guardia caccia della provincia di Brindisi, ricoverato da due settimane presso l’ospedale Perrino di Brindisi. Nel comunicare ai suoi concittadini la triste notizia, il sindaco di Carovigno Massimo Lanzillotti dichiara attraverso la sua pagina Facebook che, in base alle sue ricostruzioni, i contagiati sarebbero 21. Secondo i dati ufficiali, invece, nella città di Carovigno risulterebbero positivi al Covid-19 solo nove cittadini, inclusi due positivi di ieri. Dei tre contagiati accertati nelle scorse 24ore in provincia di Brindisi infatti, due sono proprio di Carovigno.
Da quando la comunicazione dei dati è stata interrotta, ovvero da circa dieci giorni, i venti sindaci della provincia di brindisi si sono messi in rete attraverso una chat di gruppo, in cui vengono condivise le situazioni di criticità e si coordinano azioni comuni, come appunto la sottoscrizione della missiva indirizzata al presidente Emiliano.