Sono tre i nuovi focolai d’infezione da Xylella fastidiosa in agro di Fasano, con l’allarme rosso per la Piana degli Ulivi Monumentali ormai pesantemente sotto attacco del batterio. È quanto denuncia Coldiretti Puglia, sulla scorta dei dati diffusi da InfoXylella sul ritrovamento di 40 piante infette quasi tutte ulivi monumentali, di cui 38 ulivi e 2 lavande tutte in zona contenimento, nel dettaglio 2 a Cisternino, 14 a Fasano, 1 a Locorotondo e 23 ad Ostuni.
«Gli ulivi infetti sono ricadenti in 2 focolai precedentemente individuati e non estinti tempestivamente e con l’individuazione di 3 nuovi focolai attivi. Gli agricoltori vivono un periodo di forte criticità tra l’avanzata della Xylella e la crisi causata dall’emergenza Coronavirus. La numerosità delle infezioni riscontrate a Fasano, Ostuni, come già avvenuto a Carovigno disegnano uno scenario oscuro già visto a Oria e Francavilla. Intervenire tempestivamente è un richiamo che abbiamo ripetuto quasi ossessivamente in questi anni per non mandare in fumo l’enorme patrimonio olivicolo, economico e paesaggistico della Puglia», sostiene il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
La Xylella è certamente la peggior fitopatia che l’Italia potesse conoscere, è la denuncia di Coldiretti Puglia, che ‘cammina’ ad una velocità impressionante, considerato che in 6 anni il danno del patrimonio olivetato ha superato 1,6 miliardi di euro.
«Continua a mancare una strategia condivisa e univoca tra enti regionali, nazionali e comunitari – aggiunge ancora Muraglia – per fermare la malattia e ridare speranza di futuro ai territori che hanno perso l’intero patrimonio olivicolo e paesaggistico. Per la lotta alla malattia il Consiglio regionale ha assunto un orientamento chiaro il 31 maggio 2018, approvando un ordine del giorno all’unanimità che prevede la discussione sul tema Xylella attorno al tavolo istituzionale, di cui Coldiretti Puglia chiede da anni invano la convocazione urgente perché il dramma della Xyella in Puglia continua ad essere affrontato e gestito a pezzi, senza una strategia condivisa anche dai differenti enti preposti della Regione Puglia».
La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha lanciato l’allarme sulla diffusione della Xylella che minaccia la maggior parte del territorio Ue, dove tra l’altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo con il contagio che avanza inarrestabile verso nord.
Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, fino ad arrivare in provincia di Bari.
Monitoraggi, campionamenti ed espianti in caso di ulivi infetti, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, restano l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non vanno messe in alcun modo in discussione.