Alla condanna di 4 anni per esplosione dolosa, truffa e lesioni, giunta a settembre scorso a carico di Giovanni Vincenti e sua moglie Antonella Patrucco, si aggiunge ora la richiesta di ulteriori 30 anni di reclusione per omicidio volontario plurimo. I coniugi sono responsabili dell’esplosione avvenuta tra il 4 e il 5 novembre 2019 a Quargnento, in provincia di Alessandria, presso una cascina di proprietà.
Durante l’ultima udienza che si è svolta nel tribunale di Alessandria, il procuratore della repubblica Enrico Cieri ha formalizzato la richiesta di 30 anni di reclusione per ciascuno degli imputati, sottolinenando che entrambi avrebbero avuto la possibilità di evitare che la strage si compiesse.
Originario della Città bianca, con cui ha mantenuto nel tempo pochi contatti, l’imprenditore Giovanni Vincenti, con la complicità di sua moglie, fece volontariamente saltare in aria la cascina con l’obiettivo di incassare il risarcimento della polizza assicurativa. Nel tentativo di domare l’incendio, quella notte persero la vita tre vigili del fuoco, Matteo Gastaldo (46 anni), Marco Triches (38 anni) e Antonio Candido (32 anni).
Il piano di Vincenti, come egli stesso ha dichiarato, era quello di simulare una vendetta di persone che potevano avercela con lui. Vincenti dichiarò inoltre di aver collocato in sette diversi punti della cascina altrettante bombole piene di gas, di averle aperte affinché saturassero gli ambienti e provocassero l’esplosione. Il timer dell’1.30 non era l’unico impostato: erroneamente un altro timer era stato settato alle 24, provocando l’esplosione di poco conto che allertò i vigili del fuoco e i carabinieri che si recarono sul posto.