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Dicembre 14 2024

Artisti di classe, la Barnaba Bosco conclude l’anno scolastico “in bellezza”

La scuola inaugura una mostra d’arte online, progetto avviato durante l’esperienza a distanza che la dirigente scolastica Cisternino racconta con orgoglio ed emozione

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I ragazzi della Scuola secondaria di primo grado Barnaba Bosco, tra le attività portate avanti durante la fase caratterizzata dall’emergenza coronavirus e, dunque, dalla didattica a distanza, hanno realizzato diverse opere pittoriche, condivise nell’ambito di un percorso museale virtuale, condiviso sulla pagina Facebook istituzionale.

«Ormai siamo proprio alla fine dell’anno scolastico, unico in ogni sua espressione – si legge nel post – noi docenti di arte della scuola Barnaba Bosco vogliamo concluderlo in “bellezza” per questo siete tutti invitati all’inaugurazione di una mostra un po’ speciale. DIP ART presenta “Artisti di Classe”, mostra interattiva in cui si possono ammirare le opere dei nostri ragazzi delle classi terze e alcune opere realizzate digitalmente durante il corso di potenziamento. La mostra è stata curata dal nostro insostituibile Vincenzo Bracciale. Buona visione».

«Un’esperienza nuova – racconta la dottoressa Guendalina Cisternino, al suo primo anno da dirigente scolastico della Barnaba Bosco – una delle tante cose belle e innovative frutto delle professionalità che abbiamo all’interno della scuola. È il risultato dell’attività dei ragazzi e dei docenti, che riescono a tirare fuori il meglio, talvolta anche competenze nascoste che prescindono dall’essere docente di lettere di musica o di altro, e che vengono messe al servizio dei ragazzi».

Il mondo della scuola, come ogni ambito e settore è stato stravolto dall’emergenza legata alla diffusione del Coronavirus, ma dopo un primo momento di stop ha reagito prontamente e, in pieno lock-down, ha saputo riorganizzarsi grazie agli strumenti tecnologici della contemporaneità. «È stata un’esperienza molto intensa, uno tsunami sotto tutti i punti di vista – spiega la dottoressa Cisternino – La pandemia però non ci ha fermati. In un primo momento a marzo ci ha destabilizzato, come penso sia accaduto a tutti. Ci siamo però subito attrezzati. Si è costituito spontaneamente un team digitale. Avevamo già un animatore digitale e intorno a lui si è creata una rete di diversi docenti, con delle competenze anche specifiche personali messe al servizio della comunità».

Il giudizio sull’esperienza della didattica a distanza dunque è assolutamente positivo: «La Dad e il periodo di lock-down hanno rafforzato molto l’aspetto del senso di appartenenza ed il sentire comune che ci sforziamo di promuovere – aggiunge la preside, sottolineando la volontà di coniugare le due specificità dei due plessi in un’anima comune – Abbiamo avuto riscontri positivi, lavorando per far sentire tutti parte di una comunità che non lascia soli.

Non sono mancate le criticità per studenti, docenti e famiglie, che hanno dovuto affrontare contemporaneamente il lavoro da casa, o la mancanza e perdita di lavoro, con il dover seguire i figli, in alcuni casi privi della strumentazione o con strumenti non completamenti adeguati. Siamo intervenuti con i fondi che avevamo a disposizione, acquistando dispositivi tecnologici che abbiamo dato in comodato d’uso a diversi ragazzi, individuati in maniera diretta dai docenti delle classi, o anche prestando i dispositivi scolastici, per dare a tutti la possibilità di non rimanere totalmente distaccati dal contesto scuola e poter portare avanti le attività. La situazione poi ha spronato all’acquisizione, laddove non ci fossero già, di competenze e pratiche digitali che certamente ci serviranno in futuro. Questo dimostra la grande vitalità e soprattutto la grande capacità di non farsi sopraffare dalle avversità che possono capitare. Le tecnologie nella didattica, ora vorremmo implementarle anche qualora, come spero vivamente che accada, quando i ragazzi rientreranno a scuola in presenza».

Il futuro è un argomento su cui ancora non ci si può esprimere con certezza, dovendo affidarsi agli sviluppi della contingenza storica che si sta vivendo, ma le idee della dirigente sono piuttosto chiare: «Per quanto concentrata in due tre mesi, è stata un’esperienza enorme che non vogliamo che vada vanificata. Abbiamo infatti intenzione di promuovere una serie di attività che siano innovative, facendo tesoro di quanto vissuto quest’anno, cercando di trattenere gli aspetti positivi di questa situazione di per sé tragica, per implementarli a favore degli alunni.

Stiamo studiando diverse forme per attività che avrete modo di conoscere, in tutti gli ambiti, da quello letterario, a quello storico, a quello musicale, anche per i ragazzi che esauriscono il personale ciclo triennale, in modo da conservare il loro legame con la scuola precedente, il territorio e la comunità. Ritengo sia fondamentale che la scuola, a maggior ragione perché è unica nel suo ordine, mantenga questo forte legame con il territorio.

Già a dicembre intanto, abbiamo approvato una nuova organizzazione oraria che dovrebbe partire quando rientreremo in presenza, che prevederà la settimana corta. Iniziativa voluta per venire incontro alle esigenze della comunità. Una proposta avanzata sulla base delle richieste provenienti dal territorio, ma anche per la possibilità di strutturare l’offerta didattica in maniera più lineare e funzionale».

Oltre all’attività ordinaria, concentrata sui nuclei essenziali delle discipline, non sono mancate le incursioni proficue in alcuni settori, tra l’altro con dei riconoscimenti notevoli. Come il progetto video “Licio Giglio, un soldato italiano nelle prigioni di Hitler” con cui la Barnaba Bosco, nell’ambito del concorso nazionale Filmare la Storia, ha ricevuto il primo premio “Paolo Gobetti”. Un video riconosciuto per l’alta valenza didattica dalla commissione esaminatrice, indicato come possibile veicolo di quel periodo particolare storico anche per altre scuole. La disponibilità con cui Licio Giglio e la sua famiglia si sono prestati al racconto della personale avventura, ha ulteriormente testimoniato quel rapporto di appartenenza alla comunità ed a territorio che si vogliono consolidare.

«L’intervista era terminata pochi giorni prima del lock-down – rivela la dott.ssa Cisternino – poi i ragazzi hanno continuato a lavorarci su a distanza. La candidatura è stata inviata in fase di pandemia, è stato un lavoro pregevole che poi ha avuto questo tipo di riscontro. Anche in ambito musicale, diversi ragazzi insieme ai docenti hanno partecipato a concorsi musicali, ricevendo attestati di merito anche da artisti di fama internazionale. Ma indipendentemente dai riconoscimenti, va sottolineata la propositività. In questo periodo è stato riscoperto, in maniera ancora più evidente, l’aspetto positivo di appartenere ad una comunità. L’idea cioè che ciascuno di noi si metta al servizio degli altri con le proprie competenze, un lavoro di squadra che sta dando dei frutti molto positivi per i ragazzi».

I ringraziamenti dalla preside vengono rivolti a tutti, agli studenti, ai docenti, alle pazienti famiglie, con una menzione particolare per l’amministrazione comunale di Ostuni, che ha fatto e sta facendo sentire la propria vicinanza con l’impegno profuso nelle ristrutturazioni e per sanificare e tinteggiare tutti gli ambienti scolastici, in vista del possibile ritorno in aula di settembre.

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Salvatore Galizia
Salvatore Galizia
Da sempre affascinato dall'idea di scrivere, raccontare un accaduto, una storia, un'idea. Passione che negli anni ha sposato logico percorso dedicato a studi triennali in Scienze della comunicazione, magistrali in Scienze dell'Informazione editoriale, pubblica e sociale. La qualifica da giornalista pubblicista, le collaborazioni con testate giornalistiche locali, lo sport tra le fonti d'ispirazione predilette
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