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Dicembre 14 2024

Coronavirus, agricoltura pugliese sotto scacco

Coldiretti Puglia chiede alla Regione lo stato di calamità, Confagricoltura lancia l’allarme sulla crisi di manodopera

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Come ogni settore della quotidiana contemporaneità, anche l’agricoltura sta subendo pesantemente gli effetti dell’emergenza pandemica dettata dal Coronavirus. In un contesto che peraltro deve fare anche i conti con i consueti problemi di stagionalità legati alle condizioni climatiche.

Coldiretti Puglia ha inviato la richiesta alla Regione Puglia di dichiarare lo stato di calamità per tutto il settore agricolo. Coldiretti al contempo ha proposto un Piano Marshall per l’agricoltura, perché in attesa che anche Bruxelles apra il cantiere per definire misure forti, occorre agire e con tempestività per sostenere l’agricoltura e l’agroalimentare che stanno pagando a caro prezzo l’emergenza Coronavirus. L’agricoltura pugliese ha bisogno di una robusta iniezione di liquidità perché l’emergenza, che pure sta confermando il valore strategico del settore agroalimentare, ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità.

«Se è vero che agricoltura, industria di trasformazione e distribuzione stanno tenendo duro, non si può negare che molte filiere siano in profonda crisi – spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – Come Coldiretti abbiamo lanciato l’allarme sui rischi che si corrono dal settore vitivinicolo al florovivaismo, dal lattiero-caseario all’olivicoltura fino alla pesca. Sono migliaia le attività e quei servizi forniti al settore dell’Horeca che oggi con la chiusura in tutto il mondo di bar e ristoranti rischiano la debacle. Ma è emergenza anche per molte attività che rientrano tra quelle che integrano la produzione, meglio note come “attività connesse”. L’agriturismo in primis, ma non solo. Le nostre imprese non possono essere lasciate sole, devono essere sostenute. Sono fondamentali sul piano economico e sociale».

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, torna a evidenziare l’urgenza di attivare quanto prima gli strumenti normativi necessari per l’impiego di personale nelle campagne. La raccolta delle primizie nei campi in alcune regioni è già iniziata e nelle prossime settimane entra nel vivo con la maturazione di gran parte delle produzioni ortofrutticole e delle lavorazioni per i raccolti d’autunno.

«Il tempo sta per scadere. La carenza di manodopera in agricoltura rischia di compromettere i raccolti. Sarebbe un fatto gravissimo in una situazione di emergenza che vede salire ogni giorno il numero delle persone che chiede aiuti alimentari. Abbiamo avanzato le nostre proposte e siamo pronti a discutere con tutti, senza preclusioni. Lo strumento migliore è quello più rapido. In pochi giorni dobbiamo trovare una soluzione e dare una risposta alle pressanti richieste degli agricoltori che non vogliono perdere il risultato del loro lavoro”.

Confagricoltura ha già proposto alle ministre delle Politiche agricole e del Lavoro di facilitare il ricorso alla manodopera, dando da un lato la possibilità, solo per questa fase emergenziale, di impiegare persone che hanno perso il lavoro (cassintegrati o fruitori del reddito di cittadinanza) senza far perdere loro tali diritti acquisiti, garantendo condizioni sanitarie ottimali e l’inquadramento nell’ambito del contratto collettivo nazionale; dall’altro di poter utilizzare in campagna le persone che si trovano momentaneamente inoccupate a causa del blocco di molte attività produttive, individuando velocemente un percorso comune, all’interno dello stesso CCNL, volto a dare garanzie a tutti.

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