La Regione Puglia si misura con le prove tecniche di convivenza con il Coronavirus durante l’ormai imminente stagione estiva. A margine dell’intervento del Premier Giuseppe Conte, tenutosi martedì scorso prima al senato e poi alla camera dei deputati, in cui il presidente del consiglio ha sottolineato l’importanza del distanziamento sociale e di indossare la mascherina durante la Fase 2 dell’emergenza, le autorità pugliesi hanno iniziato a stilare un piano contenente le regole necessarie per riaprire lidi e altre strutture balneari.
Il piano verrà messo a punto da un gruppo di lavoro composto da docenti di tutte le Università pugliesi e guidato da Pierluigi Lopalco, docente di Igiene all’Università di Pisa e coordinatore della task force per le emergenza Coronavirus della Regione Puglia.
«Non c’è nessun pericolo di diffusione del virus in mare e piscina – ha spiegato il Prof. Lopalco – ma bisognerà comunque mantenere le distanze di sicurezza. I virus respiratori non si trasmettono per ingestione, ma per inalazione. Nel caso del Covid-19 in piscina sicuramente non c’è problema, perché il cloro lo inattiva, nel mare c’è il fattore diluizione. Cioè, se anche in una stessa zona nuotassero cento portatori di virus, la quantità di acqua è così vasta che l’effetto di diluizione lo renderebbe completamente innocuo».
Resta il fatto che, anche in mare, bisognerà stare attenti a rispettare le distanze interpersonali di almeno 1metro e mezzo. «Se le famose goccioline del respiro arrivano in faccia a un’altra persona – continua Lopalco – quella può essere un’occasione di contagio. Ma in mare le occasioni di assembramento sono ridotte. Quanto alle mascherine, non saranno necessarie in spiaggia, ma – sottolinea l’epidemiologo – se devo andare a comprare qualcosa al bar, è il caso di utilizzarle. Bisogna comunque evitare assembramenti. Su questo stiamo lavorando per fornire indicazioni dettagliate a tutto il settore turistico».