Dopo aver subito per vent’anni violenze e maltrattamenti fisici e psicologici, una donna trova finalmente il coraggio di denunciare il marito. Nella tarda serata di ieri, martedì 7 gennaio, è arrivata agli uffici del Commissariato di Polizia locale, la telefonata disperata di una donna ostunese che, in lacrime, richiedeva un intervento urgente degli agenti.
Giunti in casa della donna, i poliziotti hanno arrestato in flagranza di reato, con l’accusa di violenza familiare aggravata, L.V., cinquantacinquenne di origini albanesi, da vent’anni residente nella Città bianca, successivamente condotto nel carcere di Brindisi.
L’immediato intervento della volante, ha evitato il peggio, riferiscono dal commissariato, poiché l’uomo, anche alla presenza degli agenti, cercava ancora di colpire la malcapitata, di ingiuriarla e minacciarla di morte, non riuscendovi solo perché i poliziotti si frapponevano fisicamente facendo da scudo alla vittima.
La furia violenta dell’uomo non ha risparmiato nemmeno la figlia minore che, nel tentativo di difendere la madre, veniva a sua volta colpita, il tutto alla presenza del figlio maggiorenne con alcuni problemi psichici.
Nel corso degli accertamenti scaturiti dalla denuncia si è appreso che le violenze, sia fisiche che psicologiche, si verificavano da vent’anni e che l’uomo riteneva la donna “cosa sua” non dovendo essere di nessun altro.
L’intervento della Polizia di Stato ha consentito ancora una volta di porre l’attenzione sulla necessità di rivolgersi alle istituzioni per assicurare alla giustizia gli autori di questi reati, scongiurando il verificarsi di femminicidi e il protrarsi di amori malati.
