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Dicembre 14 2024

Eccezionale intervento in Puglia: musicista viene operata al cervello mentre suona il violino

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Per la prima volta nel Sud Italia è stato eseguito un delicato intervento che ha visto una giovane musicista suonare il violino mentre veniva operata al cervello per rimuovere un tumore.

L’intervento, eseguito presso l’ospedale “Santissima Annunziata” di Taranto dall’equipe di neurochirurgia guidata dal professor Giovanni Battista Costella, è consistito nel sottoporre a una craniotomia una ragazza di 23 anni per asportarle una neoplasia utilizzando la tecnica dell’”awake surgery”, ovvero dell’operazione con paziente sveglio. In questo modo vengono ridotti al minimo i potenziali danni che potrebbero insorgere alle funzioni cerebrali nel corso di un’operazione chirurgica delicata, come in questo caso.

Stavolta, oltre ad essere vigile e cosciente, alla giovane paziente è stato fatto suonare il violino.

L’intervento, durata circa cinque ore, è riuscito a rimuovere il tumore evitando danni neurologici e soprattutto disturbi della parola, cognitivi e difficoltà nella coordinazione dei gesti. «Questa tecnica– ha affermato il dottor Costella dopo aver eseguito l’intervento- è particolarmente indicata nei casi in cui è necessario rimuovere lesioni localizzate in zone critiche.La combinazione tra un bioma di basso grado e un paziente che suona uno strumento che si possa portare in sala operatoria, è abbastanza rara. Quando la lesione si trova nella zona nobile del cervello come l’area della parola, è indispensabile che il paziente resti sveglio perchè durante l’asportazione del tumore deve partecipare. In questo caso la giovane musicista ha potuto indicare quale fosse lo stato della mobilità delle sue dita e la coordinazione. E attraverso quello che diceva eravamo in grado di controllare la sua capacità di parola».

Grande soddisfazione per i risultati dell’intervento sono stati espressi dal direttore generale della ASL di Taranto, Stefano Rossi. «Questo intervento innovativo di neurochirugia– ha affermato Rossi- è la dimostrazione che nei nostri ospedali si riesce a fare, come in molti casi quotidiani meno noti, medicina di alta specializzazione. A livello scientifico parliamo di un intervento senza precedenti, sia per la sua esecuzione tecnica che per il decorso post operatorio».

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