La Puglia spicca nella speciale top ten dei vini più graditi dai consumatori italiani, con un rapporto qualità/prezzo evidentemente molto appetibile e una distintività territoriale premiante, che fa balzare il vino Primitivo al secondo posto e il Negroamaro al quinto posto della classifica dei vini emergenti che ai tempi del Covid hanno fatto registrare il maggior incremento delle vendite. I dati emergono con la ricerca della Rome Business School, l’istituto a maggior presenza internazionale in Italia con studenti provenienti da 150 nazioni, che ha approfondito i cambiamenti in corso nel comparto del vino ai tempi del Covid-19.
«Parole chiave sono innovazione e diversificazione – dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – per contrastare gli effetti della crisi che il vino pugliese è riuscito a schivare. Non è un successo casuale, dato che forti sono stati gli investimenti sostenuti dalle cantine pugliesi per determinare innovazione in termini di prodotto e di processo, per conquistare negli ultimi 10 anni importanti fette di mercato nazionale ed internazionale».
La Puglia è una delle 5 regioni dove si registra un incremento sensibile delle performance delle Indicazioni Geografiche del vino, pari a 142milioni di euro, con la provincia di Taranto che aveva tirato la volata – fino al periodo pre-covid – con 42 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente.
«E’ il risultato di un mix vincente di fattori che partono dalle potenzialità del terroir e delle varietà autoctone passando per le capacità imprenditoriali dei vitivinicoltori pugliesi, ma anche grazie a un poderoso sistema di controlli che il settore si è dato in Italia», ribadisce Gianni Cantele, responsabile della Consulta vitivinicola di Coldiretti Puglia.
Il crack della ristorazione con il crollo delle attività di bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, a partire proprio dai vini che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
«Alle limitazioni alle attività di impresa devono corrispondere in tempi stretti i sostegni economici a tutte le imprese lungo la filiera agroalimentare – conclude Cantele – per dare liquidità ad aziende che devo sopravvivere all’emergenza Covid, come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di Stato, interventi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per incentivare l’acquisto di prodotti alimentari e vino Made in Italy».
Secondo Coldiretti Puglia, il bonus ai ristoranti che utilizzano prodotti 100% Made in Italy è importante per sostenere l’intera filiera agroalimentare dal campo alla tavola che subisce una perdita stimata in 8 miliardi nel 2020 per mancati acquisti di cibi e bevande, a partire dal vino che ha risentito del crollo del turismo e del drastico ridimensionamento dei consumi fuori casa provocati dall’emergenza Coronavirus.