Sarebbero dodici le persone contagiate nella città di Ostuni, di cui almeno la metà operano professionalmente in ambito sanitario. A darne notizia, il sindaco Guglielmo Cavallo attraverso la sua pagina Facebook, che ieri sera in un post ha nuovamente esortato la cittadinanza a rispettare le prescrizioni delle misure adottate dal governo nazionale e locale per contenere la diffusione del contagio da Coronavirus.
Cambiano le disposizioni del dipartimento della salute regionale in merito all’effettuazione dei tamponi e cambiano anche le modalità con cui vengono comunicate le informazioni relative ai cittadini positivi. Da lunedì scorso infatti i pazienti ostunesi e dei dintorni che manifestano i sintomi del virus vengono condotti in ambulanza al “Perrino” di Brindisi, dove effettuano il test. Presso l’ospedale da campo allestito a Ostuni per il triage invece, dotato nei giorni scorsi delle apparecchiature radiografiche e degli strumenti diagnostici mancanti, vengono effettuati i test solo a chi si presenta autonomamente. Quindi pochissime persone, dato che a chiunque manifesti i sintomi del Coronavirus è stato raccomandato di contattare telefonicamente il 118 o i numeri verdi istituiti dalla protezione civile nazionale e regionale.
Porta la data del 17 marzo inoltre, il provvedimento del capo della protezione civile nazionale Angelo Borrelli, in cui si richiede la sospensione della comunicazione dei dati epidemiologici ai comuni da parte delle ASL, delle prefetture e delle regioni, sino alla convocazione di un tavolo di concertazione tra la stessa protezione civile, l’ANCI, le regioni e le province a statuto speciale. Si spiega così il mancato aggiornamento puntuale dei dati riportanti il numero esatto dei contagi che, come richiesto dal sindaco di Bari e presidente ANCI Antonio Decaro, sono adesso comunicati dalla prefettura di riferimento direttamente ai sindaci.
Ecco perché il nostro ultimo aggiornamento risale al 18 marzo, quando risultavano contagiate a Ostuni solo sei persone. Dopo la notizia del contagio di un dipendente del CUP dell’ospedale di Ostuni, sono risultati positivi al test altri sei cittadini, tra cui una famiglia di tre persone e un altro infermiere. Fortunatamente risultano negativi i test effettuati sul personale medico e sanitario venuto in contatto con i dipendenti contagiati in servizio presso il nosocomio ostunese. Non ci è dato sapere altro, se non quanto riferito dal sindaco esclusivamente attraverso la sua pagina Facebook.
Questo per spiegare brevemente ai lettori i difetti della comunicazione di questi giorni e rappresentare loro le difficoltà oggettive nel reperire informazioni ufficiali. L’altra faccia della medaglia di questa ambigua situazione, rende palese il ruolo sempre più marginale che gioca l’ospedale di Ostuni nella lotta al Coronavirus, e non solo. Benché a servizio di un consistente numero di utenti, il presidio della Città bianca è escluso dalla lista delle strutture “Covid”, designate dal recente piano ospedaliero straordinario varato in Regione, ed escluso adesso anche dalla gestione dei tamponi e dei relativi referti di prima istanza.
Coerentemente con quanto accaduto sinora, e contrariamente a quanto dichiarato dal dirigente dell’ASL di Brindisi Giuseppe Pasqualone, invitato di recente a partecipare a un consiglio comunale straordinario e monotematico sulla triste situazione in cui la struttura versa da anni, il nosocomio ostunese sembrerebbe a tutti gli effetti, a causa delle scelte politiche operate a livello regionale, un presidio in via di dismissione.