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Agosto 11 2025

Il governo impugna 3 leggi regionali, tra cui quella contro l’abusivismo delle strutture ricettive

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Sono tre le leggi regionali pugliesi impugnate dal governo lo scorso 14 febbraio.

Tra queste, quella che fa maggiormente discutere in queste ore è quella sul contrasto all’abusivismo nel campo delle strutture ricettive. A rendere noto lo stop, il Dipartimento per gli Affari regionali guidato dal ministro Erika Stefani.

Il primo dei provvedimenti regionali impugnati riguarda le modifiche al Piano casa, approvate a dicembre da Consiglio regionale. A finire sotto la lente di Palazzo Chigi è nello specifico una norma interpretativa sulla possibilità di ricostruire, a seguito di una demolizione, con diverse sistemazioni planovolumetriche. Per il governo si tratterebbe di un provvedimento che potrebbe avere carattere retroattivo, dando vita quindi a una sanatoria straordinaria. Smentisce questa lettura, l’assessore regionale all’Urbanistica, Alfonso Pisicchio, che risponde:«Non è affatto così. La volontà è quella di fare chiarezza su una disposizione già esistente».

La seconda legge emanata dalla Regione Puglia riguarda il Cis, ovvero la proposta di dotare tutte le strutture ricettive di un codice identificativo, per frenare il fenomeno dell’abusivismo in questo settore. Secondo il parere del governo, applicare il Cis sulle case vacanza in affitto assimilerebbe quest’ultime, anziché a un rapporto di locazione tra privati, regolato dal Codice civile, a una vera e propria attività economica di tipo ricettivo. Non si è fatta attendere la risposta di Federalberghi Puglia che, tramite il suo presidente Francesco Caizzi, si dice «esterrefatta di fronte allo stop a uno strumento efficace di fronte al fenomeno in aumento delle strutture ricettive abusive».

Infine, la terza legge impugnata riguarda la modifica della gestione dei Pronto soccorso. Per decongestionare i carichi di lavoro, la Regione Puglia ha previsto la presa in carico dei casi meno gravi da parte dei Servizi di Continuità Assistenziale, con sede adiacente agli ospedali. Secondo il governo, invece, l’attività dei medici può essere disciplinata solo da specifici accordi integrativi.

Adesso i tre provvedimenti impugnati passeranno al vaglio della Corte Costituzionale, chiamata a stabilire se la Regione Puglia emanando queste tre leggi abbia oltrepassato le sue competenze.

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