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Ostuni
Dicembre 14 2024

Jesce, Sole! Il presepe napoletano canta e si racconta nel Museo civico di Ostuni

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Torna ad esibirsi a Ostuni, nella Chiesa di San Vito Martire, sede del Museo di Cività Preclassiche della Murgia meridionale, l’ensemble Resonare Fibris che proporrà lo spettacolo “Jesce, Sole!Il presepe napoletano canta e si racconta”.

Il Concerto-presentazione si svolgerà domenica 23 dicembre alle ore 19,30.
L’ensemble è composta da Graziano Andriani (voce), Michele Saracino (Violino), Antonella Parisi (Viola da gamba), Angela Lacalamita (salterio), Edward Szost (Tiorba), Domenico Andriani (Voce narrante). In questo concerto, l’organico strumentale si arricchisce di un altro elemento, il salterio, strumento antico di origine orientale, a corde tese, dalle suggestive sonorità.

Una voce narrante, raccontando aneddoti e leggende, guiderà lo spettatore all’interno di questo viaggio originale, e per certi versi labirintico, attraverso luoghi e personaggi che rimandano a un vero e proprio codice onirico della tradizione popolare.
Gli spettatori ascolteranno Musiche di anonimi napoletani del XVI, XVII e XVIII secolo; anonimi spagnoli del XVI secolo; Giraut de Borneil (1138-1215), Alfonso X El Sabio (1221-1284), Adrian Willaert (1490- 1562), Gian Leonardo dell’Arpa (1525-1602), Filippo Azzaiolo (XVI sec.), Athanasius Kircher (1602-1680), Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787) e altri; canti popolari profani e devozionali (di area campana) di autori ignoti e datazione incerta; danze tradizionali turche raccolte da Dimitri Cantemir (1673-1723).

Verrà inoltre raccontata la storia del presepe napoletano che, nonostante oggi sfugga ai più, è impregnato di una simbologia che ci porta indietro di millenni.

Non tutti sanno che la festa del Natale è molto più antica del Natale cristiano, essendo comune a diversi popoli il mito solare di un divino Bambino partorito in una grotta da una Madre vergine. Nel corso di due millenni il nostro Natale ha aggregato significati e rimandi, accogliendo dentro di sé un tessuto simbolico di notevole complessità storica e religiosa. E il segno più evidente di questo sincretismo è proprio il presepe.

«Il nuovo spettacolo musicale, dal titolo “Jesce, sole! Il presepe napoletano canta e si racconta”,- si legge nella nota descrittiva del concerto- si propone come un secondo capitolo dell’esplorazione “sonora” dell’immaginario del presepe napoletano iniziata lo scorso anno, un’ulteriore tappa di quel viaggio, fatto di parole e musica, alla ricerca del cuore più autentico della tradizione del Natale, là dove si aggregano antiche superstizioni e leggende (spesso retaggio di tradizioni pagane preesistenti al Cristianesimo) e residui di sacre rappresentazioni e processioni medievali scomparse da secoli ma sopravvissute nella coscienza del popolo. Ma in qualsiasi viaggio che si rispetti, ogni nuovo approdo non cancella quanto vissuto in precedenza, al contrario su questo si fonda per andare avanti, annodando al filo della memoria i fili delle nuove esplorazioni e delle nuove conquiste. Si intreccia così una corda ogni volta più robusta, e tuttavia sempre aperta ai nuovi acquisti e alle nuove esperienze nell’unico grande viaggio, in continuo divenire, della vita».

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