In provincia di Brindisi c’è il primo operatore del 118 positivo al Coronavirus. A darne notizia, il sindacato Cobas in una nota diffusa alla stampa. La notizia della positività è giunta al diretto interessato, e dunque ai suoi colleghi, lo scorso 2 aprile, dopo dieci giorni di angosciante attesa.
L’ansia non si è certamente placata dopo la notizia, anzi. I paramedici del 118 chiedono ora che tutti i colleghi entrati in contatto con l’operatore positivo vengano sottoposti al tampone per verificare ulteriori positività.
«Chiediamo che si facciano tamponi a tutti i sanitari del 118 per sapere se anche loro sono positivi – si legge nella nota di Cobas Brindisi – sia per tutelare i propri cari, ma soprattutto per tutelare i pazienti, visto che potrebbero essere positivi pur non avendo i sintomi. Attualmente per il personale 118 si procede al tampone solo in presenza di sintomi cosa che a nostro avviso è del tutto sbagliata!
Quindi chiediamo che si faccia uno screening a tutti gli operatori e che i risultati siano celeri al fine di evitare una “tragedia annunciata”. Per questo il personale del 118 auspica, dopo le ultime dichiarazioni fatte nella giornata di ieri dalle autorità , che i tamponi vengano a eseguiti anche su tutto il personale delle associazioni, nelle figure di dipendenti e volontari che lavorano sulle ambulanze.
Sembra un’assurdità ma l’assenza sistematica di uno screening sui sanitari del 118 potrebbe innescare un vero dramma sanitario sia per gli operatori, che per i pazienti che chiedono soccorso. La domanda è: le autorità che hanno discusso ieri, quando parlano di personale sanitario intendono solo quello Asl lasciando fuori il 118 che è gestito da privati»?