Rischia di essere commissariato dalla Regione Puglia il Parco naturale regionale delle Dune Costiere, da oltre quatro mesi senza un presidente. Dopo le improvvise e irrevocabili dimissioni dell’ex eurodeputato democratico e coordinatore nazionale di Federparchi Enzo Lavarra, tra il comune di Fasano e quello di Ostuni è iniziato un braccio di ferro per la designazione del nome alla guida dell’ente.
Sulla questione interviene l’onorevole ostunese in forza al Movimento Cinque Stelle Valentina Palmisano, che attraverso una nota stampa invita le istituzioni coinvolte a superare i contrasti di natura politica per evitare un ulteriore rallentamento delle tante attività che ruotano attorno all’ente Parco.
«Grazie all’attività del direttore Angela Milone – dichiara l’on Palmisano – il Parco cerca di riprendere il suo funzionamento dopo l’emergenza causata dal Coronavirus, ma sono ancora tanti e attuali i disagi causati dalla mancata nomina del presidente. In qualità di rappresentante istituzionale del territorio, ci tengo a dire che si dovrebbe andare oltre ai contrasti di natura politica per evitare di bloccare il funzionamento di un Ente così importante e di tutte le attività che gli ruotano intorno.
Questo stallo sulla nomina del presidente costituisce infatti grave impedimento non solo al funzionamento del Parco, ma anche agli operatori balneari che insistono al suo interno, i quali non possono iniziare la stagione turistica perché sprovvisti della necessaria autorizzazione a causa della vacanza del Presidente.
A tal proposito, in base a quanto si legge nello Statuto istitutivo, verosimilmente tale autorizzazione avrebbe potuto essere discussa e rilasciata già nei primi mesi di quest’anno, pur in assenza del Presidente. Si legge infatti che la Giunta può riunirsi, in assenza del Presidente, su richiesta scritta di almeno due dei suoi componenti o del Direttore del Parco ed essere poi presieduta dal più anziano di età. Non si comprende quindi per quale ragione non ci sia stata un’attivazione in tal senso. Probabilmente gli enti consorziati potranno chiarire anche tale vicenda.
Sta di certo che – continua l’onorevole – l’ambito nel quale bisognerebbe muoversi è quello secondo cui il Parco deve costituire un’opportunità per gli operatori che rientrano all’interno del suo perimetro e non certo un ostacolo, così come sta purtroppo accadendo in questi giorni. Faccio quindi un appello agli enti consorziati, affiché possano intervenire urgentemente nel risolvere tale situazione ed evitare il protrarsi delle già gravi difficoltà che gli operatori balneari hanno dovuto subire in questo periodo e che si sta ripercuotendo sugli oltre 200 lavoratori dell’indotto.
Auspico quindi – concude l’on. Palmisano – che i rappresentati politici e istituzionali locali mettano da parte i loro egoismi a favore della Comunità di appartenenza, in questo modo sono certa che ben presto addiveranno a un nome che racchiuda tutte le caratteristiche essenziali per guidare al meglio il nostro Parco, che costituisce un fiore all’occhiello dell’intero Paese».