Non si ferma la pesca fraudolenta dei datteri di mare, vietata per legge in quanto comporta la distruzione delle rocce nel quale vivono i molluschi.
Questa mattina i militari della Capitaneria di porto-Guardia Costiera di Brindisi hanno rinvenuto sul tratto iniziale del Lungomare Amerigo Vespucci, all’interno del porto, 2,5 chilogrammi di datteri di mare abbandonati in un contenitore di plastica.
I militari hanno individuato sul posto anche numerosi pezzi di roccia frantumata, segno evidente che le operazioni di estrazione del mollusco erano in corso. Verosimilmente, i pescatori di frodo, accortisi dell’arrivo dei militari, sono stati costretti ad abbandonare il prezioso bottino e fuggire, per evitare di incorrere nelle gravi ripercussioni penali indirizzate a chi non ottempera al divieto di pesca.
I reati in cui incorre chi viene sorpreso a pescare datteri di mare sono “asportazione di specie marine protette per i quali ne è totalmente vietata la cattura, detenzione e commercializzazione oltre che di danneggiamento della struttura rocciosa coralligena della scogliera interessata e deturpamento di bellezze naturali”
La pesca di questi molluschi ha un altissimo potenziale distruttivo: la cattura, infatti, avviene martellando e frantumando le scogliere nel cui interno questa specie risiede, danni gravissimi all’ambiente marino, basti pensare che il dattero, la cui maturità si completa in un ciclo vitale che dura circa 80 anni, cresce all’interno di buchi scavati negli scogli dallo stesso mollusco.
Informato del rinvenimento, il Sostituto Procuratore della Repubblica Francesco Carluccio ha convalidato il sequestro dei datteri, che sono stati distrutti.