Una sgradevole storia di corruzione, che coinvolge anche alcuni dirigenti della Asl, ha fatto finire in carcere un magistrato della Procura di Lecce.
Le indagini sono partite dall’esame da un provvedimento di dissequestro di una piscina che un dirigente della Asl di Lecce aveva fatto costruire abusivamente nella sua villa. Dal provvedimento di dissequestro era poi scaturita la richiesta di archiviazione, entrambe a firma di Emilio Arnesano, magistrato della Procura di Lecce, stamattina finito in carcere con le accuse di corruzione e abuso d’ufficio.
Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza hanno dimostrato che la piscina era soltanto uno degli esempi di quello che la Procura di Potenza, titolare per competenza dell’inchiesta, definisce un “collaudato sistema di vendita delle funzioni giudiziarie” tra il magistrato, alcuni dirigenti della Asl e una avvocatessa del Foro di Lecce.
Secondo l’accusa, il magistrato avrebbe pilotato una serie di procedimenti per ricavarne vantaggi personali. Il dirigente della Asl, per esempio, in seguito al dissequestro della piscina abusiva e alla richiesta di archiviazione, avrebbe offerto ad Arnesano un viaggio che comprendeva anche una battuta di caccia.
Ma il magistrato, sempre da quanto emerge dalle indagini condotte dalla Procura di Potenza avrebbe venduto l’esercizio della sua funzione giudiziaria, anche per ottenere prestazioni sessuali. In cambio di alcune sentenze a vantaggio di persone difese da un’avvocatessa del Foro di Lecce, anch’essa arrestata, il magistrato avrebbe ottenuto da quest’ultima prestazioni sessuali.
Il magistrato avrebbe preteso incontri sessuali, secondo la ricostruzione dell’accusa, non solo dall’avvocatessa ma anche da un’amica di quest’ultima, in cambio dell’aiuto a superare l’esame di abilitazione alla professione forense. Altre prestazioni sessuali sarebbero state richieste da un’altra avvocatessa che aveva chiesto ad Arnesano di perorare la sua causa dinanzi al presidente del Collegio di disciplina dell’Ordine degli avvocati, Augusto Conte.
Le persone finite agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta, sono quattro, tra cui l’avvocatessa e tre dirigenti della Asl leccese.
Le indagini hanno inoltre dimostrato che alcune sentenze pilotate ‘favorevoli’ sarebbero state ricambiate dai dirigenti della Asl coinvolti nell’indagine con vacanze e visite mediche per il magistrato, per i suoi familiari e amici più stretti, ottenute saltando le liste d’attesa.
Ad Arnesano è stata infine sequestrata un’imbarcazione di dodici metri, che sarebbe stata anch’essa profitto della corruzione.