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Ottobre 19 2024

Rapina a mano armata: inchiodato dal test del DNA l’autore del colpo messo a segno a marzo 2018

Il rapinatore mise a segno il suo colpo criminale, facendo irruzione con il volto coperto da un passamontagna e, minacciando il tabaccaio con il fucile a canne mozze, si fece consegnare l’incasso

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È appena maggiorenne ed era minorenne all’epoca dei fatti, l’autore della rapina a mano armata messa a segno il 26 marzo 2018, ai danni di un tabaccaio della Città bianca. Gli agenti del Commissariato di Polizia di Ostuni hanno dato esecuzione nelle scorse ore all’avviso della conclusione delle indagini preliminari, sottoscritto dal Pubblico Ministero presso la Procura per i Minorenni di Lecce, Imerio Tramis.

Il giovane ostunese, nato nel 2001, risponde ora dei reati di rapina a mano armata, con l’impiego di un fucile a canne mozzate e di porto illegale, eseguita in luogo pubblico. Il provvedimento scaturisce dalla serrata attività investigativa svolta dal personale del Commissariato ostunese.

Il rapinatore mise a segno il suo colpo criminale, facendo irruzione con il volto coperto da un passamontagna e, minacciando il tabaccaio con il fucile a canne mozze, si fece consegnare l’incasso.

«Gli accertamenti svolti nell’immediatezza – riferisce la nota diffusa dalla Polizia di Stato – consentivano di recuperare e sottoporre a sequestro penale il passamontagna che fu abbandonato dal rapinatore lungo il tragitto di fuga. Inoltre, dall’attenta analisi delle telecamere di cui era dotata la ricevitoria, si annotavano dettagli e particolari quali caratteristiche fisiche, fattezze somatiche del rapinatore che, confrontate con quelle del giovane indagato, davano perfetta corrispondenza, al punto che le indagini consentivano di sequestrare, nel corso di una perquisizione domiciliare a suo carico, i capi di vestiario utilizzati durante la rapina.

 I poliziotti inoltre recuperavano un mozzicone di una sigaretta appena fumata dall’indagato, al fine di poterne comparare i profili del DNA con quello presente sul passamontagna ritrovato subito dopo la commissione del reato. L’esito dell’esame del DNA ha confermato l’identità dell’odierno indagato».

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