Soppiantare gli ulivi pugliesi colpiti dalla Xylella fastidiosa con piante di mango e avocado.
L’idea, che sta facendo molto discutere, è stata lanciata dalla Soi (Società di ortoflorofrutticoltura italiana) nel corso di un’audizione tenutasi in Commissione Agricoltura alla Camera. Ad illustrarla è stato Luigi Catalano, presidente della Soi, chiamato a partecipare all’incontro tenutosi per approfondire l’indagine conoscitiva sull’emergenza del batterio Xylella, che ha falcidiato numerosi alberi di ulivo in Puglia, soprattutto in Salento.
La proposta nasce dal fatto che in Italia più di qualche agricoltore ha già avviato sui propri terreni la coltivazione di queste piante tropicali, nonché dalla necessità di sostituire lì dove c’erano le piante di ulivo colpite dalla Xylella che si è dovuto eradicare, con altre coltivazioni che possano risultare immuni al batterio.
Da queste premesse è partita la Società di ortoflorofrutticoltura italiana che, come ha specificato nel corso dell’audizione Luigi Catalano, vede nella coltivazione delle piante di mango e avocado una boccata d’ossigeno per gli agricoltori colpiti duramente dagli effetti del diffondersi del batterio della Xylella.
E’ impensabile, ha infatti spiegato Catalano, che nelle aree pugliesi colpite dal batterio si possano impiantare, per esempio, alberi di mandorlo o ciliegio, anch’essi compresi nell’elenco di piante che possono ospitare il batterio della Xylella.
La sperimentazione proposta da Catalano riguarderebbe piccole porzioni di terreno dove provare la coltivazione delle piante tropicali, per capire se ci siano tutte le condizioni affinché questo tipo di piante possa prosperare nella campagna pugliese.
In Sicilia è stato fatto un esperimento del genere che ha dato buoni risultati. Nelle campagne siciliane al momento ci sarebbero cento ettari di terreno coltivati ad avocado e qualche decina a mango.
Non è però da escludere che anche le piante di mango e avocado possano essere facili prede del batterio della Xylella e quindi andare ad aumentare l’elenco delle piante capaci di ospitare la malattia, veicolata dall’insetto vettore sputacchina.
Resta tra l’altro l’aspetto, non affatto trascurabile, del legame tra agricoltura pugliese e ulivi, che va al molto al di là dei meri aspetti legati alla risoluzione dei problemi legati al batterio, per quanto invasivo e allarmante.
La Puglia è visceralmente legata alla coltivazione dell’ulivo e alla produzione di olio, che rappresentano la storia di una terra benedetta da una pianta antichissima che ancora oggi continua a regalare i suoi frutti, senza mai risparmiarsi.