Sospeso il servizio di osservazione breve del reparto di cardiologia all’Ospedale di Ostuni, attivo fino a qualche giorno fa con quattro posti letto. Come purtroppo accade da tempo, la carenza di personale medico specializzato non consente di mantenere attivi alcuni servizi fondamentali all’interno del nosocomio ostunese, punto di riferimento per la popolazione di un ampio territorio.
Dopo il piano di riordino ospedaliero definito dalla Regione nel 2017, che ha di fatto depotenziato la struttura sanitaria ostunese ridimensionando i reparti di cardiologia e pneumologia, i medici in servizio sono costretti a turni di lavoro interminabili, tra il pronto soccorso e i reparti di competenza.
Immediato l’intervento delle organizzazioni sindacali in merito alla vicenda, pronte a mettere in evidenza ancora una volta quanto le difficoltà di reperimento di cardiologi per l’ospedale di Ostuni abbiano determinato una precaria situazione di organizzazione interna, fino alla decisione ultima di sospendere il servizio.
Nonostante il problema si protragga da tempo, secondo Giuseppe Lacorte, responsabile Sanità per la CISL di Brindisi e Taranto, una soluzione per ripristinare il servizio ci sarebbe. In una lettera indirizzata a al presidente e assessore regionale alla sanità Michele Emiliano, ai dirigenti della ASL di Brindisi e al sindaco di Ostuni Guglielmo Cavallo, Lacorte insiste per la convocazione di un tavolo tecnico allargato alle organizzazioni sindacali per porre fine a questa problematica.
«Sebbene si sia a conoscenza delle difficoltà a reperire specialisti in cardiologia, e quindi a garantire la pronta disponibilità per tutti i giorni del mese – afferma Lacorte – non si comprende il perché delle della decisione di non rendere attivo il servizio in presenza della relativa guardia di cardiologia nei restanti giorni. Riteniamo che il provvedimento di sospensione sia stato avviato senza un’adeguata valutazione delle ricadute in termini assistenziali, vanificando il grande impegno profuso dalla politica per stilare un riordino della rete ospedaliera che potesse contemperare le esigenze del territorio, che tale atteggiamento annullerebbe nei suoi cardini più importanti».