Si è svolta nella mattinata di ieri, lunedì 28 ottobre, presso la sede del Consiglio Regionale a Bari, la riunione della Commissione Agricoltura della Regione Puglia, presieduta da Donato Pentassuglia, e richiesta dal presidente del Parco delle Dune Costiere Enzo Lavarra, per discutere del varo, quanto più tempestivo possibile, della sperimentazione della tecnica del sovrainnesto nella Piana dei Monumentali per tentare di salvare gli ulivi secolari e monumentali dall’avanzare del batterio Xylella fastidiosa. E in particolare per conoscere lo stato dell’arte sulle linee guida commissionate alla Università di Bari e sul bando che ne deve conseguire.
La riunione ha registrato l’unanime consenso di tutte le organizzazioni agricole intervenute, in merito all’urgenza di avviare la sperimentazione del sovrainnesto delle cultivar resistenti nella Piana.
Un vertice che si aggiorna a breve, si direbbe in seduta permanente, per consentire al professor Gianluca Nardone, direttore del dipartimento agricoltura della Regione Puglia, di completare l’istruttoria commissionata ai ricercatori sulla sperimentazione del sovrainnesto, i cui esiti saranno resi noti a strettissimo giro, al fine di vararne le linee guida. Con una nota scritta al Presidente Pentassuglia, lo stesso Nardone ne ha sottolineato l’importanza.
«Si è trattato di un incontro istituzionale impegnato e utile – ha dichiarato al termine della audizione il presidente Enzo Lavarra – e devo dare atto al Presidente della Commissione Donato Pentassuglia e a tutti i componenti della commissione di aver confermato disponibilità piena alla richiesta di audizione da me avanzata.
Il tema del sovrainnesto è assunto come sperimentazione necessaria da parte di tutti. Sono certo che le linee guida lo renderanno possibile entro i tempi utili nella zona della Piana dichiarata infetta, prima che sia troppo tardi. Aggiungo che, estendendosi il contagio anche nella zona di contenimento, dove la normativa non lo consente, tale minaccia impone verifiche e decisioni coraggiose.
Per cui – conclude Lavarra – se la sperimentazione è ritenuta da ricercatori, associazioni agricole e regione l’unica possibilità di salvare la Piana, non si deve escludere di mettere all’ordine del giorno il tema di estendere la zona ex contenimento più a nord, fino a Fasano. E ciò attraverso il coinvolgimento attivo di rappresentanze del territorio, e il ruolo congiunto di regione e governo nazionale».