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Ottobre 17 2024

Bari si prepara ad ospitare i Mondiali di pallavolo maschile

Archiviati i mondiali russi di calcio da spettatrice, l’Italia padrona di casa punta a diventare protagonista in quelli di volley

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Dal 9 al 30 settembre si disputeranno i Mondiali di pallavolo maschile 2018.

Da un mondiale all’altro, dalla Russia alla Puglia, dal calcio al volley, gli appassionati sportivi di tutta Italia dopo aver goduto di una delle più belle ed affascinanti competizioni per eccellenza, possono prepararsi a vivere le stesse emozioni, stavolta in un altro campo, stavolta con l’Italia chiamata ad essere protagonista.

Tanto la Nazionale quanto tutti i tifosi del Belpaese, costretti solo ad assistere ai mondiali di calcio, potranno prendere parte attiva ai mondiali di pallavolo maschile 2018, in programma dal 9 al 30 settembre. Una super competizione itinerante che farà tappa in Italia a Bari, Assago, Bologna, Firenze, Roma e Torino, ed a Ruse, Sofia e Varna in Bulgaria.

Ci è voluto un po’ per smaltire la sbornia dei mondiali di Russia 2018, trasmessi interamente in diretta ed in chiaro in tv e online. Per chi è riuscito ad ammortizzare il disastro epocale della mancata partecipazione italiana, c’è da ammetterlo, è stata una competizione notevole, che non ha disilluso le attese. Certo ha vinto la Francia, ma pazienza, non tutte le ciambelle riescono col buco. Facili ironie a parte, i cugini d’oltralpe hanno meritato di alzare al cielo la mitica coppa, grazie ad una squadra giovane e talentuosa, campioni che fanno e faranno parlare di sé probabilmente a lungo.

È stato il mondiale delle sorprese, delle cosiddette “piccole” che hanno ripetutamente rifilato sgarbi alle più quotate. Vedi le fragorose cadute di Argentina, Spagna, Argentina e Germania, che contro ogni pronostico ha salutato con la fase a gironi, confermando la maledizione che dagli anni 2000 in poi (eccezion fatta per il Brasile vittorioso in Corea nel 2002) vuole la nazionale campione in carica fuori al primo turno. È stato il mondiale del Var, che ha cancellato le polemiche sulle decisioni arbitrali. Del fotografo che, travolto dall’esultanza sfrenata della splendida Croazia degli “italiani”, ha continuato a scattare da terra foto indimenticabili. Dei coreani desiderosi di evitare la leva militare grazie ai risultati sportivi conseguiti, dei giapponesi che hanno passato il turno per il fair play ed i cartellini gialli, ma forse sarebbero bastate le coreografie Holly & Benji. Dei russi, temibili padroni di casa accesi da orgoglio patriottico (e ammoniaca, pare), dei meme virali su Putin e non. Di temi da sciorinare ce ne sarebbero tantissimi, ma alla fine ciò che conta è che non siano mancate le grandi giocate, i gol deliziosi, lo spettacolo del calcio insomma, in campo e sugli spalti. Si, anche la richiesta Fifa di limitare le inquadrature verso sexy tifose è una chicca inedita.

È per certi versi dura da ammettere, ma è stato davvero un gran bel mondiale. Che la clamorosa assenza italiana sia servita da lezione a tutto il movimento, è l’unanime speranza condivisa dal popolo azzurro, che si è dovuto accontentare di assistere senza farsi rapire completamente, senza le grigliate in compagnia, le birre, la scaramanzia e la condivisone totale, che solo la competizione iridata sa scatenare.

Tra una sfida e l’altra però, il calcio italiano si è ritagliato la sua fetta di attenzione globale: bandiere e colori di maglia a parte, se il calciatore più famoso, più seguito, e probabilmente più forte in circolazione, sceglie di giocare in Italia, è un po’ una rivoluzione più che un lampo nel buio. Cristiano Ronaldo alla Juventus è un’inversione di rotta clamorosa dopo decenni in cui la Serie A, una volta palcoscenico prescelto dai più forti, era ormai diventata più che altro una tappa di passaggio, un trampolino di lancio per spiccare voli verso campionati più blasonati. Con il ritorno di Carlo “Magno” Ancelotti a Napoli sono due indizi che ancora non fanno una prova, però chissà, tempo al tempo.

Se la Serie A del calcio prova a riguadagnare il posto che merita, la SuperLega di pallavolo maschile (la Serie A italiana) ormai da qualche anno si sta configurando un po’ come l’NBA del volley internazionale: alcuni tra i migliori atleti del pianeta vestono le maglie delle prime quattro – cinque squadre italiane, parecchio ambite. Lo stesso territorio italiano sta sempre più spesso diventando la sede di importanti manifestazioni planetarie, ed anche quest’anno non farà eccezione.

Nella programmazione dei mondiali di settembre c’è tanta Puglia. Dal 12 al 18 settembre, la pool C porterà al PalaFlorio di Bari i colossi di Stati Uniti, Russia, Serbia, Australia, Camerun e Tunisia, pronti a sfidarsi per proiettarsi verso la conquista della coppa del mondo. Dopo l’esperienza femminile del 2014, sarà un altro evento che darà visibilità a tutta la Puglia oltre che alla città di Bari, grazie alla copertura mediatica garantita da un evento di tale portata. Sarà anche un’importante attrazione a livello turistico, come già mostrato dagli ultimi eventi internazionali ospitati in Puglia, con la massiccia presenza di tifosi al seguito delle nazionali impegnate che potranno così vivere e fruire delle bellezze del nostro territorio.

La prima fase prevede quattro gironi da sei squadre, con le prime quattro classificate ammesse alla seconda fase assieme al bottino dei risultati ottenuti. Ulteriori quattro gironi da quattro squadre determineranno le quattro prime più due migliori seconde che parteciperanno alla Final Six di Torino. L’Italia giocherà il primo incontro al Foro Italico di Roma per trasferirsi poi a Firenze, nel girone A con Argentina, Belgio, Slovenia, Giappone, Repubblica Dominicana.

Dal calcio al volley, da spettatori a protagonisti, dai mondiali in terra degli zar a quello, magari, nel segno dello zar: Ivan Zaytsev e compagni saranno chiamati all’impresa, a mettere in campo l’orgoglio italiano che tanto ci contraddistingue, di cui siamo rimasti orfani nelle prime calde settimane estive. Forza azzurri!

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Salvatore Galizia
Salvatore Galizia
Da sempre affascinato dall'idea di scrivere, raccontare un accaduto, una storia, un'idea. Passione che negli anni ha sposato logico percorso dedicato a studi triennali in Scienze della comunicazione, magistrali in Scienze dell'Informazione editoriale, pubblica e sociale. La qualifica da giornalista pubblicista, le collaborazioni con testate giornalistiche locali, lo sport tra le fonti d'ispirazione predilette
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