Con una pièce teatrale complessa, gli alunni della 3^ H della scuola secondaria di secondo grado “Barnaba – Bosco” hanno vinto il terzo posto al concorso internazionale “Uno, nessuno e centomila”, dedicato al celebre scrittore e drammaturgo Luigi Pirandello, tenutosi ad Agrigento.
La cerimonia di premiazione, che si è svolta lo scorso 17 Maggio, ha visto protagonisti i ragazzi del plesso Bosco da Ostuni, in scena con una rivisitazione de “La Patente”. Sotto la guida delle docenti Filomena Montanaro e Dorotea Longo, gli studenti hanno denunciato un atto di bullismo accaduto a una loro compagna, componendo un testo teatrale di difficile scrittura.
Grande orgoglio per il successo conseguito dai ragazzi ostunesi al festival siciliano che, sebbene sia solo alla terza edizione, riesce ad attrarre scuole e studenti provenienti da tutto il mondo. Connecticut, Uruguay, Libano, Turchia, Francia, sono solo alcuni dei Paesi di provenienza delle scuole concorrenti. Questo a dimostrazione di quanto sia diffusa, conosciuta e apprezzata la cultura italiana e di come troppo spesso giovani e giovanissimi vengano accusati ingiustamente di superficialità e scarsa intraprendenza.
La giuria ha motivato l’assegnazione del premio con le seguenti parole: «“Una bella sfortuna” ha il pregio di aver drammatizzato una rivisitazione de “La Patente”, partendo da un fatto realmente accaduto in classe. Sciocche credenze, superstizione, emarginazione e infine bullismo. Tutto sembra congelare la classe in un’immobilità incomprensibile. Ma i ragazzi compiono un ribaltamento culturale e vincono. Diventano protagonisti del loro stesso ruolo negativo e il ruolo della vittima diventa quello della protagonista, dell’eroina che fa aprire gli occhi a tutti. Uno sforzo lodevole. La situazione è chiara e ben narrata. La Commissione premia tenendo conto delle difficoltà di scrittura lavorando sulla integrazione fra vita reale e traduzione drammaturgica, lodando il coraggio di esorcizzare il male del presente con la sublimazione della creazione artistica, da sempre strumento di affrancamento civile e di liberazione dalla miseria culturale».