Il consorzio di gestione del villaggio marino di Monticelli ha intrapreso un’azione legale nei confronti della nuova proprietà dell’ex convento Oasi San Benedetto. Oltre ad aver posizionato diversi segnali di divieto d’accesso lungo la costa tra Diana Marina e Monticelli, secondo quanto riferito dal consorzio, la società del nord Italia che ha acquisito i circa quindici ettari di terreno sarebbe responsabile della cancellazione dei preesistenti accessi pedonali al mare e al villaggio stesso.
Ai dodici segnali di divieto d’accesso che delimitano la proprietà privata sul quel tratto di costa, si aggiunge un intervento che, secondo i residenti di Monticelli, ha modificato l’assetto del territorio fronte mare. Il sei maggio scorso gli abitanti del Villaggio e chi frequenta Monticelli hanno assistito allo sversamento al suolo di quintali di terreno aggiuntivo, contenuto in cinque camion, che ha comportato la cancellazione di un antico tratturo chiamato “via del Cavallaro”, che costeggia la via Francigena. Un sentiero utilizzato da sempre per raggiungere vari punti di quel tratto costiero e in particolare la cosiddetta “spiaggia dei capperi”.
«Non siamo mai stati contattati dai nuovi proprietari – spiegano dal consorzio – e quindi non abbiamo avuto modo di confrontarci personalmente con nessuno. Di punto in bianco sono spuntati su spiagge e scogliere i segnali di divieto d’accesso ed è stata cancellata la strada, che non è un sentiero qualunque, ma una strada storica che, come si evince da varie cartografie raffiguranti il percorso delle vie Traiana e Francigena, rappresenta ufficialmente una variante alla via Francigena.
La via in questione, che serve per raggiungere a piedi la spiaggia dei capperi e il nostro villaggio, sarebbe appunto una strada del 1400 chiamata “via del cavallaro”. Il consorzio ha contattato i nuovi proprietari per avere un incontro e loro ci hanno risposto che non abbiamo nessun diritto di passaggio e che se finora siamo passati, come hanno del resto fatto per decenni tutti i bagnanti che si sono serviti a piedi del percorso in questione, è stato possibile solo per “mera tolleranza”.
Riteniamo che definire il passaggio su una strada risalente al 1400 una “mera tolleranza” sia un atto di prepotenza senza eguali. Quindi abbiamo adito l’Autorità giudiziaria a tutela dei diritti dei cittadini e ci aspettiamo che anche il Comune e le associazioni ambientaliste facciano qualcosa, perché quel tratto era incontaminato e va protetto. Dalle foto si vede benissimo il percorso, un solco che si è creato con il passaggio delle persone nei secoli, che i nuovi proprietari hanno cancellato».
C’è da dire che la nuova proprietà, pur volendo, non potrebbe cambiare la destinazione d’uso dei terreni, classificati come aree a semina e pascolo. Interpellata immediatamente a margine dell’installazione dei segnali di divieto, la proprietà ha spiegato che delineare il confine tra demanio e terreni privati ha come obiettivo quello di contribuire a scongiurare l’abbandono indiscriminato di rifiuti su quel tratto di litorale.