spot_imgspot_imgspot_img
8.9 C
Ostuni
Ottobre 18 2024

Danilo Rea inebria il pubblico di Palazzo Roma nella pre-inaugurazione della stagione artistica

Nell’anno del centesimo anniversario dalla scomparsa di Enrico Caruso, ha fatto tappa a Ostuni lo spettacolo che ne celebra la memoria

- Advertisement -

Se il buongiorno si vede dal mattino, parte davvero alla grande la programmazione artistica di Palazzo Roma, l’ex cine-teatro di Ostuni, restituito al territorio in proiezione internazionale, dopo un importante intervento di recupero e valorizzazione voluto dall’imprenditore Renè De Picciotto.

Un segnale deciso  che il management e la direzione artistica hanno voluto  condividere anche per comunicare anche la funzione di teatro della struttura, destinata ad ospitare e offrire stabilmente  stagioni teatrali e musicali. Il sound di Danilo Rea , fuoriclasse della musica italiana, pianista jazz di fama internazionale, ha  inebriato il pubblico di Palazzo Roma  rendendo omaggio, con un mix  tra celebri arie di grandi opere liriche, a uno tra i più grandi tenori di tutti i tempi, Enrico Caruso, nell’anno del 100mo anniversario dalla scomparsa, tra musica e frammenti di vita del grande tenore Caruso raccontati da Doroy Park, la moglie americana che sposò il tenore capace piu di ogni altro di rappresentare la musica italiana nel mondo.

La scena fa capolino. Nel 1900 è Arturo Toscanini a dirigerlo, in una indimenticabile Boheme che inaugurò la stagione del Teatro alla Scala di Milano. I fischi avanzati nel fondo della leggenda di una sera di fine 1901 al Teatro di San Carlo aggiungono elementi alla costruzione del personaggio di Enrico Caruso, che di lì a poco sarebbe diventato il re del Metropolitan di New York. Lo spettacolo ha alternato musica a racconto,in un gioco di rimandi costruito ad arte dalla drammaturgia di Alessandra Pizzi, che ha ricomposto i pezzi di una vita artistica fatta di conquiste e scalate, ma anche di profonde fragilità.

Rea al piano, l’attrice Barbara Bovoli voce narrante, in un perfetto incastro di parti che ha consegnato al pubblico uno spettacolo di grande grazia e eleganza. «Una pop star ante litteram – ha detto Danilo Reanel modo in cui ha vissuto e attraversato il suo lavoro, tra produzioni discografiche, registrazioni ed una vita senza troppe regole. Quando ha smesso di sentire da un orecchio, ha messo ancora piu alla prova la sua voce, dunque un uomo  che ha fatto della sofferenza la propria forza grazie alla coscienza del talento. Ha saputo essere personaggio, un grande comunicatore che ha unito mondi e appassionati cantando a modo suo, a volte a dispetto dei puristi spaziando con  eclettismo tra forme e linguaggi musicali».

Ma Caruso risuona ancora con la sua smisurata personalità. La carriera, i trionfi, i palcoscenici, le ovazioni, il primo disco in vinile, il talento che sfida la modernità, non sono che un pretesto che lo spettacolo usa per tratteggiare il personaggio, la sua dimensione che travalica il tempo, nulla di più facile se sul palcoscenico di Palazzo Roma ci sono due interpreti con in mano una partitura in progress.

L’arte  di Caruso è conservata  nelle incisioni di vecchi vinili che girano ancora sui piatti dei grammofoni da collezione, eppure l’evoluzione della tecnologia non ha scalfito l’integrità dello scenario artistico di quelle opere senza tempo. Una grande eredità cui Danilo Rea ha attinto con tutta la sua anima jazz per rileggere in divenire il genio e il divo.

«Siamo partiti dal celebre pezzo di Lucio Dalla – ha continuato Reaprendendo le mosse da una registrazione che ho scoperto di recente e che realizzai oltre 25 anni fa con Giovanni Tommaso e Pietro Tomolo. Di lì in poi solo improvvisazione, dunque una traccia libera complice di Barbara Bovoli e della sua interpretazione. Mi piace seguire  il feeling del momento e se il repertorio permette, come nel caso dell’omaggio a Caruso, spaziare tra piu temi e forme. È il bello dell’interazione tra persone che quando arrivano sul palco avvertono quella fiducia che per gli americani è “trust and candor”. L’idea di Alessandra Pizzi è stata geniale perche ha in sé quell’adattabilità che tocca alla perfezione le corde degli interpreti».

Sullo sfondo Caruso, celebrato e rappresentato in ogni forma possibile, un mito che ha saputo intercettare i prodromi della tecnologia  per diffondere la sua arte ponendosi come “modello di riscatto sociale. «Il mondo della cultura – ha concluso Danilo Reaa volte pone ostacoli al di fuori di certa ortodossia tradizionale segnando un discrimine tra corretto e non corretto. Credo che all’epoca Caruso sia stato amato più dal pubblico  e dai musicisti, che dalla stessa critica».

Ricevi tutte le ultime notizie

Prova il nuovo canale Telegram gratuito di Ostuni News

Angela Anglani
Angela Anglani
Scrivo cose che immagino molto
- Advertisment -
- Advertisment -spot_img