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Novembre 8 2025

Alluvione a Ostuni, Michele Conenna: «Tragedia annunciata. In Puglia memoria corta e radar spenti»

Dopo l’alluvione a Ostuni, il meteorologo Michele Conenna denuncia omissioni e memoria corta: “Tragedia annunciata e radar da 1,8 milioni spento”

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Un post lungo, riflessivo e pieno di amarezza. Così Michele Conenna, noto meteorologo ostunese, ha voluto rompere il silenzio dopo la tragedia che ha colpito la città bianca in seguito al violento nubifragio della scorsa settimana, costato la vita a Oronzo Epifani.
Conenna, da oltre 15 anni impegnato nel campo della meteorologia e della divulgazione scientifica, ha affidato ai social un duro sfogo dal titolo “Ostuni e l’eternità della memoria corta”, denunciando superficialità e mancanza di consapevolezza nella gestione del rischio idrogeologico.

Nel suo intervento su Facebook, Conenna contesta apertamente le dichiarazioni rilasciate dal presidente regionale del Comitato Permanente di Protezione Civile Puglia, Maurizio Bruno, secondo cui eventi meteorologici di tale intensità non si sarebbero verificati in passato.
«È una tesi smentita dai dati e dall’esperienza diretta», scrive Conenna, ricordando episodi alluvionali già registrati nel 2016, nel 2005 e nel 1994, con danni gravissimi proprio nelle stesse aree colpite oggi.

Il meteorologo cita in particolare il 10 settembre 2016, quando a Ostuni caddero oltre 200 millimetri di pioggia in poche ore, quasi tre volte la quantità del recente nubifragio. Conenna punta il dito anche contro le inefficienze istituzionali e la scarsa conoscenza degli strumenti di prevenzione disponibili. Il riferimento è al radar meteorologico di Mesagne, realizzato con 1,8 milioni di euro di fondi pubblici ma mai reso operativo: «È surreale che il Presidente della Protezione Civile non sappia nulla di uno degli strumenti più importanti per il monitoraggio in tempo reale delle precipitazioni».

Secondo Conenna, quel radar avrebbe potuto rappresentare una «risorsa strategica per la prevenzione e la gestione delle emergenze», invece è diventato il simbolo dell’abbandono e della burocrazia inefficace.

Il meteorologo ostunese rifiuta l’idea che la tragedia possa essere liquidata come un evento inevitabile. «La morte di Oronzo Epifani – scrive – non può essere archiviata come una fatalità. Non lo è. È il risultato di anni di immobilismo, di sottovalutazione sistemica, di assenza di investimenti, di decisioni rinviate, di parole vuote pronunciate davanti alle telecamere solo quando scorre il fango. E allora oggi, davanti a quest’ennesima tragedia, non posso restare in silenzio. Lo dico chiaramente: servono assunzioni di responsabilità, non frasi di circostanza. Serve memoria. Serve ascolto. Serve conoscenza. Serve che chi ricopre ruoli di potere in questo settore, e ci sono, eccome se ci sono, si faccia carico di questa battaglia. Una battaglia che non è personale, ma collettiva. Che riguarda la sicurezza, la vita, la dignità delle nostre comunità».

Nella parte finale del suo lungo post, Michele Conenna con amara ironia conclude: «Tra qualche giorno tutto sarà dimenticato. Si tornerà a parlare di maltempo alla prossima alluvione. Appuntamento al 2035, allora? Io dico no. E lo dico adesso».

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