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Ottobre 18 2024

Confronto con ministri e presidenti di regione, Emiliano: “Scuola in presenza dopo il vaccino”

Il termine della campagna vaccinale delle scuole si lega alla possibilità di riprendere la didattica in presenza

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Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, in riunione con i ministri Mariastella Gelmini e Roberto Speranza e i presidenti delle Regioni Italiane, ha ribadito la necessità di proseguire con la campagna vaccinale prima di poter tornare a pensare alla didattica in presenza.

Nei giorni scorsi il botta e risposta con il Tar di Bari, ad anticipare il confronto, su scala nazionale, in cui il governatore pugliese a ribadito il suo punto di vista: «Se vogliamo la scuola aperta in presenza, dobbiamo vaccinarla. Se riusciamo a rallentare la forza della terza ondata da variante inglese, aumentando le dosi e le persone vaccinate potremo tutelare moltissime vite e dare una copertura ad una serie di situazioni difficili sulle quali pure bisogna prendere una decisione, e penso innanzitutto alla scuola».

Sul discorso relativo alla legittimità dei provvedimenti e del rapporto con i Dpcm nazionali, Emiliano ha aggiunto: «Non esiste la possibilità delle regioni di legiferare o fare atti amministrativi in materia pandemica, perché è una competenza esclusiva dello Stato. Ciò posto, esiste ancora l’articolo 32 della legge sulla riforma sanitaria, che dà alle regioni il potere di emettere provvedimenti più restrittivi di quelli dei Dpcm. È pacifico che se i presidenti delle regioni non utilizzano i poteri dell’articolo 32, per esempio avendo già in magazzino i vaccini per il personale scolastico e gli insegnanti, continuano a mandarli in presenza prima delle somministrazioni, qualunque pubblico ministero potrebbe dire: presidente mi scusi, perché non ha fermato la didattica in presenza finché non li ha vaccinati tutti, visto che aveva i vaccini in magazzino? Lei sta in questo modo concorrendo in un reato di inosservanza delle misure di sicurezza sul lavoro con il Ministero della pubblica istruzione, e sta in questa maniera agevolando la commissione del reato. Che poi è un reato grave.

Questa particolare situazione prevede o che vengano eliminati completamente i poteri ex art. 32 dei presidenti delle regioni, lasciando a noi solo al massimo l’onere di segnalare situazioni di particolare pericolosità; oppure che si decida, sulla scuola, di utilizzare la didattica integrata a distanza in questa fase, perché non farlo sarebbe una omissione di misure di sicurezza sul lavoro estremamente grave e rilevante in caso di incidente sul lavoro. Ed è pacifico che per il personale della scuola contagiarsi corrisponde ad un infortunio sul lavoro.

Il bene tutelato è la salute del personale della scuola, che non è carne da cannone, e la prevenzione da una variante inglese, che peraltro ha una incubazione così breve che renderebbe più difficile anche il tracciamento.

Quindi il motivo per legare il termine della campagna vaccinale delle scuole alla possibilità di riprendere la didattica in presenza ce lo abbiamo. È giuridicamente granitico, fortissimo. E mette in sicurezza tutti perché è una misura di buon senso che tutti capirebbero, e che peraltro ci impone di terminare la campagna vaccinale della scuola in modo rapido».

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