Da quando l’ospedale di Ostuni è diventato presidio Covid non hanno avuto un attimo di tregua. Medici, infermieri e operatori socio sanitari sono ridotti allo stremo delle loro forze a causa non solo della situazione emergenziale che si protrae da oltre un anno, ma anche e soprattutto per il progressivo aumento dei ricoveri che si è verificato nel corso dell’ultimo mese. Attualmente nell’ospedale di Ostuni sono ricoverati 55 pazienti: 33 nel reparto di Medicina generale e 22 in Pneumologia. Alla stanchezza fisica e mentale del personale, si aggiunge la delusione crescente nell’attesa di nuove assunzioni promesse da parte della Asl, che purtroppo non si concretizzano.
«Non ci lamentiamo perché siamo stanchi – dichiarano dall’ospedale di Ostuni – ci lamentiamo perché non riusciamo ad assistere i pazienti in maniera dignitosa e questo ci logora. Il nostro problema è non riuscire a fare bene il nostro lavoro. Da quando tutto è iniziato, abbiamo messo da parte le nostre vite, le nostre famiglie, la nostra serenità. Quando diciamo che siamo stanchi, lo facciamo a nome dei pazienti che non hanno voce, che sono lontani dai propri affetti, che durante le videochiamate si commuovono e accarezzano lo schermo del telefono perché vorrebbero accarezzare i loro cari. E anche se quelle persone non le conosci, ti ritrovi a vivere sofferenze strazianti. Siamo stanchi? Si. Siamo stanchi, perché quello che viviamo noi, purtroppo lo sappiamo solo noi».
La situazione dei medici, in particolare, è ancora più complessa perché sono pochi e i quei pochi che ci sono devono assolvere a responsabilità extra. I dottori di Medicina generale fanno accoglienza ai pazienti che arrivano con il 118, quando Brindisi è in affanno e ci sono le ambulanze in fila, allontanandosi dal proprio reparto per raggiungere il Pronto Soccorso. Una disposizione dovuta al fatto che quello dell’ospedale di Ostuni, spiegano i medici, è un Pronto Soccorso che serve la zona nord del brindisino, perciò il personale di riferimento deve essere a disposizione delle urgenze. Sapendo però che quello di Ostuni è un presidio Covid, i cittadini preferiscono evitare di presentarsi in Pronto Soccorso. Come se non bastasse, uno dei medici di Pneumologia sarà presto trasferito nell’ospedale Covid allestito in Fiera del Levante, mentre un altro è in prestito alle Usca e si sta dedicando all’assistenza territoriale. Tra trasferimenti temporanei e permessi legati alla Legge 104 e simili, i pochi medici che sono in servizio a pieno regime presso l’ospedale di Ostuni si dichiarano sfiniti da una situazione che non accenna a migliorare.
A denunciare le problematiche organizzative interne al nosocomio ostunese, le organizzazioni sindacali di CGIL, CISL e UIL che lamentano, ancora una volta, la carenza dell’organico che incide negativamente sulla vita personale e lavorativa dei dipendenti. «L’inadeguatezza numerica, sopratutto di Infermieri, OSS e TSRM – si legge nella nota diffusa dai sindacati – è diventata, a questo punto, allarmante perché mette in pericolo i livelli di assistenza all’utenza e la stessa organizzazione interna dei processi lavorativi. Situazioni che non possono essere più sottaciute. Paradossale che in una tale situazione emergenziale , ancora non si proceda all’assunzione di infermieri e OSS vincitori di concorso e presenti nel Piano delle assunzioni. Data l’importanza strategica dell’Ospedale di Ostuni in questa fase, nelle more delle nuove assunzioni, si è chiesto di intervenire urgentemente con una mobilitazione di personale verso le unità Covid, reclutandoli anzitempo dagli ambiti lavorativi meno oberati (e non solo dello stesso Presidio) e di dare immediatamente sfogo alle domande volontarie del personale del Pronto Soccorso, già peraltro recapitate alla Direzione Medica».
In un recente incontro con i vertici della Asl di Brindisi, richiesto dalle organizzazioni sindacali di categoria, sono state esposte le esigenze dei lavoratori, costretti a turni massacranti senza la possibilità di effettuare turni di riposo, o di beneficiare legittimamente delle ferie. Le proposte della confederazione sindacale sono state accolte dal direttore generale della Asl di Brindisi, Giuseppe Pasqualone, che pare abbia assicurato l’imminente assunzione di 50 unità infermieristiche e di 15 OSS, soprattutto al fine di correggere le scarne dotazioni del Presidio ostunese. Durante un incontro con il personale medico e sanitario, tenutosi poi presso l’ospedale di Ostuni lo scorso mercoledì 24 marzo, inoltre, il direttore Pasqualone ha assicurato che le nuove assunzioni saranno operative a partire dal prossimo 1° aprile.