A seguito della richiesta di riconoscimento dello stato di calamità avanzata dall’Assessorato regionale all’Agricoltura a marzo scorso, il Ministero delle Politiche agricole, ambientali e forestali ha accolto l’istanza in considerazione del carattere di eccezionalità delle infezioni di Xylella fastidiosa dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018 e dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2019 per i danni causati alle produzioni nei territori agricoli dei comuni di Avetrana, Manduria, Maruggio, Sava in provincia di Taranto. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in riferimento al decreto del MIPAAF,.
«Le nuove infezioni accertate confermano che continua la virata e l’avanzata della malattia sul fronte tarantino verso Matera e ciò rende ancora più necessario che gli agricoltori abbiano sostegni concreti e la possibilità di diversificare le attività colturali per garantirsi un futuro imprenditoriale realistico, affidandosi ai dati scientifici. Si assiste ad una evoluzione continua del fronte della batteriosi attualmente spostato più ad ovest rispetto ai precedenti aggiornamenti con 314 ulteriori ulivi infetti in 1 anno di monitoraggio», afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Riguardo le nuove regole per la delimitazione (5+5km) introdotte dal nuovo regolamento comunitario, in base alle valutazione del gruppo di lavoro scientifico costituito da Coldiretti Puglia, è stato proposto di “rivedere la demarcazione sulla base delle risultanze dell’ultimo monitoraggio effettuato. In particolare limitatamente alla provincia di Taranto sul fronte Jonico dell’epidemia si potrebbe arretrare l’attuale limite delle zone cuscinetto e contenimento riportando quest’ultima a ridosso dei focolai più ad ovest; tutto ciò con numerosi vantaggi in termini di efficacia del prossimo monitoraggio, efficienza nell’uso delle risorse per la sorveglianza, minore impatto ad es. su attività vivaistiche ricadenti in zone a tutti gli effetti non ancora interessate dalla comparsa di focolai d’infezione”.
Da quando è stata confermata la presenza della Xylella fastidiosa in Salento, rende noto Coldiretti Puglia, in base alla elaborazione di dati Sian, la produzione di olio ha subito un trend negativo che rischia di diventare irreversibile, con il minimo storico di 3.979 tonnellate prodotte nell’ultima campagna 2019/2020 a Lecce, con una diminuzione dell’80%, mentre a Brindisi la produzione di olio è diminuita del 16% e del 4% in provincia di Taranto, oltre agli incalcolabili danni al paesaggio e al turismo in Puglia.
Il contagio della Xyella ha già provocato, con 21 milioni di piante infette, una strage di ulivi, lasciando un panorama spettrale e il danno del settore olivicolo è stato stimato per difetto in 1,6 miliardi di euro, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio colpito dalla fitopatologia pari al 40% del territorio regionale.
«Come ripetutamente segnaliamo e denunciamo da anni, il monitoraggio degli ulivi non può essere esclusivamente visivo – insiste il presidente Muraglia – perché la Xylella è come il Covid, la malattia è asintomatica per un lasso di tempo imprecisato, per cui le piante appaiono sane alla vista. Per accertare la presenza della malattia nell’area a forte rischio vanno effettuati campionamenti e analisi anche di ulivi apparentemente sani, senza che sia ancora ben visibile alcun segno di disseccamento».
Secondo Coldiretti Puglia, le pratiche di prevenzione fitosanitaria, i monitoraggi sulle piante e sulla presenza dell’insetto vettore ‘la sputacchina’, i campionamenti ed espianti in caso di ulivi infetti, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, restano l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e la sistematicità delle buone pratiche agricole sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non vanno messe in alcun modo in discussione.