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Ottobre 18 2024

Cestistica Ostuni, la preoccupazione dei tifosi

Attraverso una nota condivisa, un gruppo di appassionati lancia l'appello per il futuro della pallacanestro ostunese

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Un gruppo di storici appassionati di basket di Ostuni, attraverso una nota condivisa, lancia l’appello per il futuro della pallacanestro ostunese, che sembra ormai in pericolo.

Oltre 90 giorni, tre mesi esatti. È il tempo che è passato dallo scorso 21 aprile, quando la Cestistica Ostuni è scesa in campo sul parquet di Trani nella gara 2 dei playout salvezza di Serie C Gold. “Win or go home”, si dice in questi casi: e mai come stavolta era la verità, perché pochi giorni prima era arrivata la sconfitta in gara 1, e il secondo round era più che mai decisivo. In caso di sconfitta, il risultato sarebbe stato ineluttabile e inappellabile: retrocessione. Ebbene, pochi ben informati sanno com’è andata a finire: ha vinto Trani, e per la Cestistica si sono aperte le porte della C Silver. La prima retrocessione sul campo nella breve storia della Cestistica, evento più unico che raro nella storia del basket ostunese. Ma tra quei pochi ben informati che sanno com’è andata a finire, non ci sono i quasi 4mila appassionati iscritti alla pagina Facebook, e nemmeno i quasi 1.400 che seguono il profilo ufficiale Instagram, perché sulle pagine social della Cestistica, di questo risultato, non si è mai scritta una riga.

Siamo voluti partire da questo piccolo e insignificante dettaglio, quello del silenzio social post retrocessione, come paradigma ideale della situazione che gli appassionati ostunesi di pallacanestro si trovano davanti agli occhi da circa un anno. Era fine ottobre 2021 quando Donato Avenia ufficializzò di aver preso nelle sue mani le redini della società, dopo l’addio di Domenico Tanzarella: “Vogliamo creare un nuovo entusiasmo – disse all’epoca – e cercare di portare quanta più gente al palazzetto”. Si parlò di sponsor interessati a investire, di un’idea di progetto, di qualche mese di tempo per allestire roster, dirigenza e staff tecnico all’altezza, ma la realtà non ha visto nulla di tutto questo: da un anno si susseguono lunghi silenzi, scarsa chiarezza, e tanta rassegnazione. Pur comprendendo le inevitabili difficoltà nel reperire risorse e di conseguenza nel costruire una squadra di livello, si comprende di meno la totale assenza di uno staff dirigenziale e tecnico, nonché di un chiaro assetto societario, con una visione avventuriera volta più a navigare a vista che a porsi obiettivi concreti e raggiungibili, anche e soprattutto riguardo il settore giovanile.

Pochi giorni fa sono state ufficializzate le 12 squadre che prenderanno parte alla prossima C Gold: Ostuni è assente. Di eventuali tentativi di ripescaggio non abbiamo letto nessuna notizia, così come di eventuali richieste di iscrizione a qualsivoglia campionato. Ad oggi, nessuno nella nuova società ha detto una parola o scritto una riga su quello che sarà il futuro (e se ce ne sarà uno) della Cestistica Ostuni. E allora facciamo un appello. Dove sono finite le centinaia di persone che hanno affollato gli spalti del PalaGentile per anni, nella buona e nella cattiva sorte, in A Dilettanti, in LegaDue, in Serie B o in C Gold o Silver? Qualcuno si è chiesto cosa sta succedendo al basket ostunese? Dov’è finito chi con passione e amore riempiva forum e social dei propri commenti, chi non si perdeva una partita in casa e fuori, chi senza remore e dal profondo del cuore applaudiva o fischiava giocatori e allenatori, com’è giusto che sia perché essenza dello sport cittadino?

Da appassionati da sempre, giovani e meno giovani, siamo seriamente preoccupati per quello che sta accadendo e chiediamo risposte sul futuro di una realtà che è stata orgoglio della nostra città in giro per l’Italia. Chiediamo ai tanti tifosi e amanti del basket dunque, se ci sono ancora, di unirsi a noi nel nostro appello, e chiediamo alla classe imprenditoriale ostunese di mettersi una mano sul cuore e cercare una soluzione. Vogliamo sapere se la Cestistica Ostuni disputerà un campionato, se ha un progetto, se ha un futuro. Vogliamo che chi un anno fa ha preso in carico le sorti di una delle realtà sportive più importanti degli ultimi 30 anni al Sud, parli alla città e dica finalmente le cose come stanno. E poco importa se sono cattive notizie: meglio una terribile verità, che una meravigliosa bugia”.

Un gruppo di appassionati ostunesi

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