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Ostuni
Ottobre 18 2024

Fico d’india: virtù oltre le spine

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Il fico d’india è una pianta largamente diffusa nell’Italia Meridionale, il 90% della produzione proviene dalla Sicilia, il restante 10% proviene dalla Puglia, Calabria e Sardegna.

Origini

La provenienza di questa pianta succulenta è il Messico, gli Aztechi ne diffusero la coltivazione per tutto il centro America e divenne un frutto fortemente commercializzato.
Per gli Aztechi, inoltre, era considerato pianta sacra e carica di forti significati simbolici.

Una volta che gli Spagnoli la importarono in Europa, oltre che per i deliziosi frutti, la pianta fu utilizzata per allevare la cocciniglia da carminio (da cui si ricava il colorante rosso).

Per molto tempo è stata considerata una pianta da giardino, poi finalmente nel XIX secolo nelle Canarie fu allevata per produzione.

Nei secoli successivi si è diffusa in tutto il Mediterraneo, si è naturalizzata, tanto da diventare un elemento caratteristico del paesaggio al pari dell’olivo.

Gli uccelli che si nutrono dei suoi frutti hanno fatto da vettore per la diffusione dei semi, l’altro grande contributo lo hanno dato i marinai che portavano dietro questa pianta per evitare lo scorbuto proprio per il suo contenuto di vitamina C.

Utilizzi e virtù

I fichi d’india vengono consumati al naturale, freschi e sono già ottimi così, però sono ottimi come confettura, bevanda rinfrescante, sciroppi, addirittura come farine e olio ricavato dai semi.

I fichi d’india sono ricchi di virtù e sono molto interessanti i microelementi, in particolare calcio e fosforo e vitamina C.

Una risorsa, che qui in Europa è sottovalutata, sono le pale, che sono commestibili fresche, ma anche trasformate in salamoia, sottaceto o come candito.

Coltivazione

Il fico d’india, essendo una pianta succulenta (grassa), non ama i ristagni di acqua, al contrario il terreno deve essere ben drenato.
Cresce molto bene nei terreni alcalini, come quello di Ostuni, con una profondità dai 20 ai 40 cm. Anche le temperature non troppo rigide di Ostuni, durante l’inverno, sono ideali; il fico d’india non ama andare sotto lo 0°C.

La tisana di fiori di fico d’india

La saggezza delle donne siciliane è racchiusa nell’utilizzo di qualsiasi risorsa che la terra offre, venendoci in soccorso per rilassare e depurare… come? Con una tisana fatta con i fiori essiccati di fico d’india con tante virtù, ne bastano 4 o 5, sminuzzati in 250 ml di acqua da lasciare in infusione per 4 minuti.

Photo by Frankie Lopez on Unsplash

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Giorgio Vignola
Giorgio Vignola
Il cibo, da buon italiano, è al centro della sua vita per interesse prima, per studio poi e per lavoro oggi. Food, fotografia e Fantasy, non per forza in questo ordine, sono gli interessi di un un novello divulgatore. Ogni settimana racconta vita, morte e miracoli di un ingrediente.
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