Quando e come saranno portati a termine i lavori di messa in sicurezza dello scavo archeologico in piazza della Libertà? Queste le domande che il Forum della Società civile, attraverso una lettera sottoscritta dal presidente Enzo Cappetta, rivolgeva a fine luglio al sindaco di Ostuni Guglielmo Cavallo e all’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Francioso.
Nelle scorse ore è giunta la risposta alle domande del Forum da parte del Comune di Ostuni, rappresentato in quest’occasione dall’assessore Francioso, dal responsabile unico del procedimento, il funzionario dell’ufficio tecnico Giovanni Spalluto e dall’architetto Ilaria Pecoraro, che si è occupata di progettare l’intervento sullo scavo archeologico seguendo le direttive della Soprintendenza.
«Tenuto conto che trattasi di pavimentazione aperta al pubblico e soggetta a carichi mobili anche di notevole entità – spiega la nota del Comune di Ostuni – tenuto conto della delicatezza e della natura di questo intervento, della sua rilevanza urbana, di decoro urbano e di rispetto delle procedure tecnico-scientifiche e di tutela, finalizzate alla conservazione nel migliore dei modi del patrimonio archeologico e architettonico oggetto di studio e di tutela, l’intervento manifesta un suo carattere di totale reversibilità, sia in superficie che nelle sezioni di scavo archeologico, essendo stata compiuta una messa in sicurezza con materiale sciolto (ghiaia, sabbia, massetto in Geomix, chianche), così come previsto dal progetto esecutivo e dalle ulteriori prescrizioni del Funzionario del MIC.
Tenuto conto che l’intervento ottempera ai principi di distinguibilità e notorietà delle scelte e rispetta le direttive delle Carte del Restauro, nonché i principi di minimo intervento e di conservazione della materia prima di cui si compone l’opera d’arte; tenuto conto che la scelta progettuale conserva le principali tracce della storia (spicchio di luna della torre aragonese; tracciato del muro medievale urbico; tracciato della via borbonica) e migliora il decoro urbano della città di cui il progetto è parte integrante, ricucendo una slabbratura che le indagini archeologiche avevano lasciate irrisolte. La piazza torna ad avere un suo linguaggio uniforme e un unico parterre pedonale percorribile sia visivamente che pedonalmente.
Nel rispetto di tutela dei reperti archeologici, considerato il livello spinto di degrado in cui vessavano le sezioni murarie e le ulteriori tracce di storia, questo intervento “mette in sicurezza” il bene e lo conserva a futura memoria.
I sottoscritti riscontrano puntualmente alle richieste riportate nella Nota acquisita al protocollo generale al n. 45057/2021 del 26.07.2021, a firma del Presidente del Forum della Società Civile, Prof. Vincenzo Cappetta, come di seguito riportato.
PUNTO 1:
Se l’attuale pavimentazione rappresenta la conclusione dei lavori o se è prevista la ripresa dei lavori alla fine del periodo estivo;
Il cantiere consegnato parzialmente NON conclude i lavori, che prevedono ancora:
- La realizzazione di una seduta alta circa 45 centimetri, in pietra locale, in asse con la traccia curvilinea della torre (diametro di circa 9 metri);
- La messa in opera del lastricato lapideo calcareo che riproduca in pianta l’ubicazione, il diametro, la forma del torrione circolare e della traccia del muro urbano medievale della città, addossato all’ex convento francescano, con l’ausilio di cocciopesto dato in opera per distinguere la diversa datazione, tecnica-costruttiva e ubicazione;
- L’installazione dell’impianto illuminotecnico ad hoc;
- L’installazione di apparato conoscitivo e informativo (digitale, cartografico, cartaceo, e in 3D anche per gli ipovedenti) con totem, plastico, grafici ed audio info.
Le lavorazioni fino ad ora eseguite hanno rispettato pedissequamente tutte le prescrizioni dettate dal MIC, in merito all’obbligo della sorveglianza archeologica, alla fornitura e posa in opera di basole calcaree come da campione prescelto, alla pulitura e messa in sicurezza con riempimento di ghiaia dei reperti archeologici, alla rimozione della vegetazione e dei rifiuti dal foro, nonché al consolidamento dei conci lapidei, alla realizzazione di un massetto livellante reversibile e posato in opera a secco con basole bocciardate antisciovolo e distinguibili rispetto al restante parterre, alla posa in opera di listello ligneo di bordo per distanziare la piazza lastricata nell’anno 2002 dal foro archeologico.
Il cantiere consegnato parzialmente NON conclude i lavori, che prevedono ancora:
– la realizzazione di una seduta alta circa 45 cm, in pietra locale, in asse con la traccia curvilinea della torre (diametro di circa 9 metri);
– la messa in opera del lastricato lapideo calcareo che riproduca in pianta l’ubicazione, il diametro, la forma del torrione circolare e della traccia del muro urbano medievale della città, addossato all’ex convento francescano, con l’ausilio di cocciopesto dato in opera per distinguere la diversa datazione, tecnica costruttiva e ubicazione;
– lì’installazione dell’impianto illuminotecnico ad hoc;
– l’installazione di apparato conoscitivo e informativo (digitale, cartografico, cartaceo, e in 3D anche per gli ipovedenti) con totem, plastico, grafici e audio info.
PUNTO 2:
Chi ha deciso la chiusura del cantiere di piazza della Libertà, prima che si concludessero i lavori previsti dal punto f) della delibera di G.C. n. 71 del 26.03.2020, con “la realizzazione di una seduta e la messa in opera di un lastricato lapideo che deve riprodurre in pianta l’ubicazione e la forma del torrione circolare e del muro urbano medievale di cinta della Città”.
La chiusura e la consegna parziale del cantiere sono state decise, informati gli uffici del MIC e l’assessorato ai LL.PP., congiuntamente dall’ufficio tecnico LL.PP. del Comune nella persona del sottoscritto R.U.P. ing. Giovanni Spalluto e dalla sottoscritta arch. Ilaria Pecoraro in qualità di Direttore dei Lavori, al fine di garantire l’esecuzione a regola d’arte del previsto battuto in cocciopesto, evitando pertanto le condizioni ambientali proibitive dovute alle altissime temperature dei giorni scorsi, superiori ai 40° centigradi. Il perdurare delle alte temperature avrebbe condizionato l’organizzazione del cantiere, costringendo a lavorare in orario notturno, improponibile nel corso della stagione turistico-estiva, e a installare sistemi di protezione dall’irraggiamento solare del realizzando pavimento in cocciopesto. Tutto ciò avrebbe comportato ritardi nell’avanzamento dei lavori, ulteriori costi e comunque notevole disagio ai turisti, determinato anche dalla presenza del recinto provvisionale in legno che occludeva la fruizione visiva e fisica dello spazio pedonale interessato da considerevoli flussi turistici. La sospensione dei lavori e la temporanea consegna delle aree, concordate senza riserva alcuna anche dall’impresa esecutrice, ha permesso di scongiurare ogni possibile rischio sulla corretta esecuzione a regola dell’arte della pavimentazione in cocciopesto, nonché, nel contempo, permette una regolare e graduale sedimentazione dei plurimi strati di riempimento posizionati in difesa dei reperti archeologici e tutti posti a secco, oltre che la restituzione alla fruizione di un’area urbana fortemente interessata da flussi turistici.
PUNTO 3:
Quali sono le nuove prescrizioni previste dalla soprintendenza Archeologica con nota protocollo N. 41559 dell’08/07/2021.
La Soprintendenza ha dettato le seguenti ulteriori prescrizioni “utili e necessarie” che completano e rendono ancora più esecutive quelle dettate dal MIBACT nel 2019 e che, nello specifico sono:
3a. Sia condivisa la scelta della campionatura proposta per la pavimentazione, da porre in opera in base alle indicazioni operative, ai sistemi tecnologici ed ai materiali riportati nell’allegato verbale e graficizzate nei relativi allegati;
3b. Sia integrato/modificato il disegno planimetrico mediante un sistema che evidenzi, se pur in maniera poco marcata, il segno della pavimentazione ottocentesca che si sovrappone alla muratura circolare della torre sui lati nord ed est;
3c. La posa in opera della pavimentazione in battuto sia preceduta dall’esecuzione di diverse campionature da sottoporre al MIC, al fine di consentire la valutazione di materiali, cromia e granulometria in rapporto agli altri elementi costitutivi della piazza;
3d. Sia sottoposto alla valutazione del MIC a mezzo di idonea campionatura il materiale costitutivo della prevista seduta;
3e. Al termine dell’intervento l’archeologo incaricato trasmetta una relazione corredata da documentazione fotografica attestante le fasi di intervento di copertura delle strutture archeologiche;
3f. Siano aggiornati i pannelli espositivi attualmente collocati sull’area, recependo le indicazioni che saranno impartite dal MIC, da collocare su supporto ed ubicazione da concordare.
Infine, in merito alla richiesta alla Soprintendenza archeologica di Lecce dei risultati di rilievo architettonico-archeologico degli scavi e degli studi compiuti negli anni 2002-2003, nonché il rientro in sede di Ostuni di tutti i reperti archeologici presso il Museo di Civiltà Preclassiche, sarà cura dell’ufficio LL.PP. provvedere in merito».